Il trattamento delle neoplasie, ed in particolar modo del cancro al fegato, potrebbe presto avvalersi di una cura rivoluzionaria. Si tratta di una nanoparticella ottenuta dalla combinazione di lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) e olio di pesce.

Fautori di questa importante scoperta un team di ricercatori del UT Southwestern Medical Center di Dallas (Texas) che ha recentemente ultimato la sperimentazione di una nuova terapia che si è rivelata capace di uccidere le cellule del cancro del fegato senza danneggiare i tessuti sani.

“Questo approccio – ha detto Ian Corbin, autore senior dello studio e professore presso la UT Southwestern – offre un nuovo e sicuro trattamento del cancro del fegato e forse di altri tipi di tumore. Il metodo utilizza LDL in combinazione con l’olio di pesce per produrre una nanoparticella unica che è selettivamente tossica per le cellule tumorali”. Gli scienziati, sulle pagine della rivista Gastroenterology, hanno sottolineato che trattamenti farmacologici contro il cancro al fegato sono limitati. I risultati ottenuti sono “notevoli e dovrebbero indurre a ulteriori ricerche precliniche, data la capacità del composto di portare a un cambiamento di paradigma nel trattamento del cancro del fegato”.

“L‘olio di pesce – si legge nello studio dell’università statunitense – è particolarmente ricco di acidi grassi omega-3 come l’acido docosaesaenoico, noto anche come DHA. Uno studio del 2012, pubblicato su Gastroenterology, ha trovato che il consumo di pesce è associato ad una protezione contro lo sviluppo del cancro del fegato nei pazienti con epatite B o epatite C”. “Anche se diversi studi hanno riportato un’associazione tra la prevenzione del cancro e gli acidi grassi omega-3 – ha evidenziato il professor Corbin – non ci sono studi che mostrano i benefici degli acidi grassi omega-3 contro i tumori”. Nello studio, condotto sui ratti, la nuova formulazione delle nanoparticelle LDL-DHA è stata iniettata nell’area interessata dal tumore. “Questo studio di ricerca dimostra il potenziale antitumorale degli acidi grassi omega-3 – ha detto l’esperto, aggiungendo che lo studio ha mostrato una significativa tossicità sulle cellule del cancro, ma che è troppo presto per dire se l’approccio è in grado di uccidere tutte le cellule del tumore. Esperimenti futuri verificheranno se la nuova strategia LDL-DHA migliora la sopravvivenza a lungo termine nei pazienti”.

Questo lavoro è frutto della collaborazione con Michael Brown e Joseph Goldstein, della UT Southwestern. Nel 1985 i due ricercatori hanno ricevuto il premio Nobel per la medicina per i loro studi sul colesterolo.
La sperimentazione è stata effettuata su alcuni ratti.

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