Non accenna a diminuire la polemica sul Piano di gestione del lupo approvato due giorni addietro in sede di Conferenza Stato Regione. Questo nonostante lo stesso Ministro dell’Ambiente sia intervenuto per spiegare come in realtà trattasi di 22 azioni di conservazione della specie. Il Piano, ha riferito lo stesso Ministero, affronta anche il tema nodale della “risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell’uomo”.

E’ proprio su questo punto che scoppia la polemica. Per le associazioni, infatti, serebbe così prevedibile l’abbattimento mentre il Ministero ribadisce che al fine di risolvere i “conflitti” il testo concede in casi eccezionali la “possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi”, assicurando sui regolamenti che vigilano su tale percorso. Dunque, afferma il Ministero, non esiste alcuna ‘caccia al lupo’ indiscriminata”, bensì azioni “coerenti sotto il profilo scientifico mirate a migliorare lo stato di conservazione della specie e al contempo la pacifica convivenza con l’uomo”.

Indiscriminata oppure no, la polemica è ormai irrefrenabile e all’appello rivolto al Presidente del Consiglio Gentiloni, affinchè non dia il consenso al Piano, si aggiungono ora altre azioni promosse dall’ENPA. Una vera e propria mail bombing ( http://urlin.it/1444a1, #cacciaunNo ) che nelle intenzioni della Protezione Animali è mirata contro la proposta del Ministro dell’Ambiente.

Secondo gli animalisti le uccisioni avrebbero anche un altro effetto, ossia quello di provocare un’escalation i cui primi segnali si vedono già in oggi. Proprio all’indomani del via libera della Regioni al piano lupo, è stato trovato nel Grossetano il corpo di un lupo decapitato. “La riduzione delle tutele va di pari passo con l’aumento del bracconaggio. Il rischio più che evidente, più che concreto – afferma l’Enpa – è che, a furia di parlare di uccisioni con il surriscaldarsi degli animi la situazione vada completamente fuori controllo. Per le persone e per gli animali”.

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