Un’esplosione nella notte ha sconvolto il paese di Castel D’Azzano, nel Veronese, spezzando le vite di tre carabinieri durante un’operazione di sgombero. Un fatto tragico che ha scosso l’intero Paese e generato un’ondata di dolore e indignazione.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto un minuto di silenzio al Consiglio dei ministri, esprimendo il cordoglio del Governo e annunciando funerali di Stato per le vittime. È stato dichiarato lutto nazionale, nelle giornate odierna e nel giorno delle esequie, per onorare i militari caduti.
Una notte di morte e devastazione
L’operazione dei Carabinieri aveva l’obiettivo di sgomberare l’edificio, ma si è trasformata in una tragedia. La deflagrazione ha ucciso tre militari dell’Arma:
- Il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà;
- Il Carabiniere Scelto Davide Bernardello;
- Il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari.
Altri tredici tra militari, Vigili del Fuoco e agenti di Polizia sono rimasti feriti. Fortunatamente, sette carabinieri feriti sono stati già dimessi, mentre gli altri restano sotto osservazione, ma non in pericolo di vita.
Tre arresti e prime ricostruzioni
A seguito dell’esplosione, sono stati arrestati i tre fratelli occupanti del casolare, Maria Luisa, Dino e Franco Ramponi. La dinamica dell’evento è ancora oggetto di indagine, ma le prime ricostruzioni parlano di un gesto violento e forse premeditato. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo aver visitato il Comando Generale dei Carabinieri, ha dichiarato:
“La dinamica ci lascia attoniti. Era inimmaginabile che ci potesse essere un livello di aggressività di questo tipo, della quale sono rimasti vittime i poveri tre carabinieri”.
Secondo il ministro, era stato avviato un tentativo di mediazione con gli occupanti, attraverso l’invio di esperti. Questo rende ancora più sconcertante l’esplosione, che sembra frutto di un gesto improvviso, ma lucidamente progettato.
Il cordoglio delle istituzioni
Il dolore istituzionale è unanime. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso “sconcerto e dolore”. La premier Giorgia Meloni, su X, ha scritto:
“Con profondo dolore apprendo della tragica scomparsa di tre Carabinieri e del ferimento di altri tredici tra militari dell’Arma, Vigili del Fuoco e Polizia… Il mio cordoglio e quello del Governo vanno ai familiari delle vittime”.
Anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha manifestato vicinanza all’Arma dei Carabinieri, assicurando tutto il sostegno della Difesa.
“Non abbiamo così tante perdite dalla strage del Pilastro e da Nassiriya”
Queste le parole forti e sentite del Comandante Generale dei Carabinieri, Salvatore Luongo, intervenuto direttamente a Verona:
“È una tragedia che ha colpito l’Arma e il Paese. Dobbiamo prima di tutto pensare ai familiari di questi tre Carabinieri che oggi stanno vivendo il dolore di questa perdita”.
Luongo ha ricordato come l’Arma sia abituata a guardare avanti, ma che questo episodio rappresenta una delle peggiori tragedie recenti, paragonabile solo a eventi come la strage del Pilastro (1991) o l’attentato di Nassiriya (2003).
Una ferita per l’Italia intera
L’episodio di Castel D’Azzano non è solo un fatto di cronaca. È una ferita collettiva. Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha usato parole durissime:
“Non ci sono attenuanti per quello che è accaduto. Nessuna clemenza di fronte a un triplice omicidio e a 25 feriti”.
Zaia ha parlato di “bollettino di guerra”, sottolineando come l’esplosione sia stata causata da gas e molotov. “Mai mi sarei aspettato di dover assistere a una tragedia simile”, ha aggiunto. Secondo il governatore, una soluzione alternativa per l’alloggio degli occupanti era già stata predisposta, rendendo l’accaduto ancora più amaro.
L’Arma dei Carabinieri in lutto ma determinata
Anche il segretario generale di Pianeta Sindacale Carabinieri, Vincenzo Romeo, ha voluto ricordare i colleghi caduti:
“Ogni carabiniere, ogni giorno, sa che potrà accadere. È consapevole che il suo senso del dovere potrebbe portarlo fino all’estremo sacrificio”.
Romeo ha poi lanciato un appello alla politica: il cordoglio non deve fermarsi alle parole, ma deve tradursi in provvedimenti concreti a tutela delle forze dell’ordine.






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