In una lectio magistralis tenuta il 5 febbraio, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha paragonato l’aggressione russa in Ucraina a quella del Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale. Le sue parole hanno prododotto la reazione di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che ha avvertito che tali dichiarazioni “non rimarranno senza conseguenze”.

La critica principale di Zakharova si è concentrata sul paragone storico tra l’occupazione nazista in Europa e l’attuale invasione russa dell’Ucraina. Secondo Zakharova, la Russia non può essere equiparata al Terzo Reich, un paragone che ha suscitato indignazione a Mosca, dove molti ricordano che la vittoria sull’occupazione nazista fu un momento decisivo nella storia russa. “Mattarella non può non sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni durante la Seconda guerra mondiale”, ha dichiarato.

L’80esimo anniversario della vittoria sovietica

Il contesto storico in cui è emersa questa dichiarazione è altrettanto significativo. Il 2025 segna l’80esimo anniversario della vittoria sovietica contro la Germania nazista. La Russia, che celebra ogni anno la “Grande Guerra Patriottica” come un evento fondante della sua identità nazionale, vive con una forte sensibilità ogni discorso che possa mettere in discussione il suo ruolo nella sconfitta del nazismo. Da questa prospettiva, le parole di Mattarella, pur rivolte alla guerra in Ucraina, sono state interpretate (ma soprattutto strumentalizzate a piacimento del regime di Vladimir Putin) come una negazione del sacrificio russo e come un’involontaria minimizzazione dell’eroismo del popolo sovietico.

Zakharova ha ribadito che, nel 2025, anno dell’anniversario della vittoria, il paragone tra la Russia e la Germania nazista appare ancora più inaccettabile. La portavoce ha parlato di una “provocazione” destinata a ferire la memoria storica del popolo russo, sostenendo che le parole di Mattarella non riflettono la realtà della Seconda guerra mondiale.

Le reazioni in Italia: una petizione online per scusarsi con la Russia

Nel corso di questi sviluppi diplomatici, è emersa una petizione online promossa da cittadini italiani, che ha raccolto oltre 10.000 firme in segno di dissenso verso la dichiarazione di Mattarella. La petizione si propone di chiedere scusa alla Russia per quanto espresso dal presidente italiano. Il suo promotore, il giornalista italiano Vincenzo Lorusso, che vive a Lugansk, ha dichiarato che i firmatari sono principalmente italiani, ma vi sono anche russi residenti in Italia che si sono uniti alla causa.

Secondo Lorusso, l’intento della petizione è quello di “dimostrare che il popolo italiano non condivide le opinioni del presidente”.