Nella notte tra il 15 e il 16 giugno, l’Aeronautica israeliana ha condotto un’operazione su larga scala contro l’Iran, colpendo obiettivi militari e nucleari in diverse città, inclusa la capitale Teheran. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), circa 50 caccia da combattimento hanno distrutto oltre 120 lanciatori di missili terra-terra, pari a un terzo della capacità missilistica iraniana. “Gli attacchi hanno impedito al regime di lanciare solo metà dei missili pianificati durante la notte”, ha dichiarato il portavoce Idf, contrammiraglio Daniel Hagari, sottolineando che le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno lanciato “65 missili e decine di droni”, la maggior parte dei quali intercettati con successo.

Colpiti siti nucleari: il rapporto dell’AIEA

Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), Rafael Mariano Grossi, ha confermato che gli attacchi israeliani hanno danneggiato quattro edifici di un impianto nucleare a Isfahan, una delle città chiave per il programma nucleare iraniano. “Non si sono riscontrati danni presso il sito dell’impianto di arricchimento del combustibile di Fordo né presso il reattore ad acqua pesante di Arak, in costruzione. La centrale nucleare di Bushehr non è stata presa di mira né colpita dai recenti attacchi”, ha dichiarato Grossi in un comunicato ufficiale.

Grossi ha espresso preoccupazione per il rischio di escalation militare, sottolineando che tali attacchi “minacciano vite umane e aumentano il rischio di dispersioni radioattive con gravi conseguenze per le persone e l’ambiente”. Ha invitato i membri dell’IAEA a sostenere sforzi diplomatici per mantenere contatti con tutte le parti coinvolte, al fine di prevenire uno scenario catastrofico.
Nonostante i danni, l’IAEA ha riferito che i livelli di radioattività sono rimasti invariati, indicando l’assenza di un impatto radiologico esterno. Tuttavia, Grossi ha confermato una “contaminazione radiologica e chimica” all’interno degli impianti, gestibile con misure adeguate.

Eliminati vertici dell’intelligence iraniana

Parallelamente agli attacchi su infrastrutture strategiche, l’Idf ha annunciato l’eliminazione di quattro alti funzionari dell’intelligence iraniana, tra cui il capo dell’intelligence delle Guardie rivoluzionarie islamiche, Mohammad Kazemi. “Nel suo ruolo, Kazemi ha supervisionato la raccolta di informazioni per le attività terroristiche e il monitoraggio dei cittadini iraniani per reprimere il dissenso e preservare il regime iraniano”, ha dichiarato l’Idf in un post su X.

Il vice di Kazemi, Mohammad Hassan Mohaqiq, è stato accusato di aver guidato operazioni terroristiche contro Israele, l’Occidente e altri paesi del Medio Oriente. Gli attacchi, condotti con “precisione” secondo l’Idf, hanno colpito una struttura a Teheran che ospitava i funzionari, utilizzando intelligence dettagliata per neutralizzare le minacce.

Superiorità aerea israeliana e obiettivi strategici

L’Idf ha rivendicato la “piena superiorità aerea” sui cieli di Teheran, un risultato definito storico dall’esercito israeliano. “L’Aeronautica israeliana sta operando per raggiungere la superiorità aerea in tutto l’Iran”, ha dichiarato un portavoce, sottolineando l’attacco a un aereo di rifornimento iraniano all’aeroporto di Mashhad, a circa 2.300 chilometri da Israele, il più lontano mai condotto dall’inizio dell’operazione.

Tra gli obiettivi colpiti figurano circa 100 target militari a Isfahan, centri di comando delle Quds Force delle Guardie rivoluzionarie e siti di produzione di armamenti a Teheran. Inoltre, Idf ha neutralizzato oltre 20 missili terra-terra pronti al lancio e distrutto un lanciatore a sud di Teheran pochi secondi prima del suo utilizzo.

La risposta dell’Iran e le tensioni regionali

L’Iran ha risposto agli attacchi con il lancio di 65 missili balistici e decine di droni, molti dei quali intercettati dai sistemi di difesa aerea israeliani. Secondo fonti iraniane, gli attacchi hanno causato limitati danni a obiettivi militari nelle province di Ilam, Khuzestan e Teheran, senza vittime significative.
Tuttavia, il regime iraniano ha promesso una “dura rappresaglia”. La Guida Suprema Ali Khamenei ha dichiarato che Israele “subirà una dura punizione” per le sue azioni, mentre il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha accusato Israele di voler sabotare i negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti, previsti per il 17 giugno in Oman ma già cancellati.

Russia-Iran e le critiche della Commissione Ue

Sul piano internazionale, la Russia ha rafforzato la sua alleanza con l’Iran, con un accordo di partenariato strategico che include cooperazione in materia di politica estera e difesa. Il portavoce della Commissione Ue, Anouar El Anouni, ha criticato la Russia, affermando: “La Russia non ha alcuna credibilità. I precedenti della Russia dimostrano che l’unica cosa a cui la Russia è interessata è la guerra. La Russia ha violato ripetutamente il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite”. El Anouni ha escluso la possibilità che Mosca possa agire come mediatore obiettivo nella crisi.

Il Ministero degli Esteri russo ha condannato gli attacchi israeliani, definendoli una “provocazione” e attribuendo la responsabilità alla leadership israeliana. La diplomazia russa ha anche criticato l’“isteria anti-iraniana” promossa dagli Stati occidentali presso l’IAEA.

Foto: Behnam Tofighi