Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, intervistato ad Agorà su Rai3, in merito alle dichiarazioni di Vittorio Feltri sui meridionali, ha annunciato: «Me lo chiedono tutti i napoletani. Non possiamo che querelarlo. Feltri nel suo cervello ritiene che napoletani e meridionali sono inferiori. Possibile che di questi tempi noi dobbiamo ascoltare questi insulti quando gli italiani vorrebbero vederci tutti uniti a combattere contro un’epidemia e per la ricostruzione del Paese».

«Ma la vogliamo finire con questa storia che napoletani e meridionali sono inferiori – ha aggiunto De Magistris – Noi non diciamo mai di essere superiori ma se vogliamo fare una ‘lotta’ allora diciamo che la storia dell’umanità nasce nella Magna Grecia. Non prendiamo lezioni da nessuno, non vogliamo insegnare nulla a nessuno ma lasciateci in pace perché da Sud vogliamo contribuire a ricostruire l’Italia».

Invece, Gianfranco Rotondi, politico campano, ha scritto su Twitter: «Non ci sto a demonizzare Feltri. Dice quello che a Nord molti pensano, e purtroppo anche al sud, dove il complesso di inferiorità verso il Nord porta alcuni a votare per la Lega con lo stesso spirito con cui i loro avi inneggiavano ai barbari invasori».

Ma il MoVimento 5 Stelle vorrebbe la mano pesante su Libero e altri giornali, come dichiarato dal deputato Massimo Misiti: «Ciò che ha detto il giornalista Vittorio Feltri sui meridionali merita di essere censurato e stigmatizzato con forza anche in Parlamento», annunciando la presentazione di un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Economia per sapere «quali iniziative intendano adottare, ognuno per le proprie competenze, affinché i contributi statali di cui decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70, vengano assegnati a testate giornalistiche che non fomentino l’odio sociale o comunque non adottino strumenti volti ad incentivare la discriminazione né direttamente, dalle pagine delle proprie testate, né attraverso dichiarazioni o atti compiuti direttamente e/o per conto dei propri editori e/o direttori».

Misiti, nella sua interrogazione, ha fatto riferimento allo Statuto delle Nazioni Unite «fondato sui principi della dignità dell’eguaglianza di tutti gli esseri umani», ma anche all’articolo 3 della Costituzione italiana per la quale «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Il parlamentare pentastellato ha ricordato come «l’articolo 48 della legge professionale n. 69 del 1963 afferma che gli iscritti nell’Albo, negli elenchi o nel registro, che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionale, o di fatti che compromettano la propria reputazione o la dignità dell’Ordine, sono sottoposti a procedimento disciplinare». Per Misiti le affermazioni del giornalista Feltri «fomentano l’odio sociale».

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