Il Ministero dell’Interno ha disposto il trasferimento delle salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro al cimitero musulmano di Bologna. La decisione ha colto di sorpresa le famiglie che si trovano a Crotone e che hanno inscenato una protesta con un sit-in davanti al Palamilone.

I familiari, infatti, chiedono di attendere qualche giorno per avere la possibilità di avviare le pratiche per il trasferimento nei Paesi di origine. Il comune di Crotone, che ha raccolto le loro istanze, aveva già deliberato delle somme per i costi del trasferimento prelevandole dal Fondo migranti che sarebbe stato, poi, rimborsato dal Ministero.

I manifestanti chiedono “giustizia e verità”

Come riportato da La Provincia Kr, i manifestanti hanno rivendicato “giustizia e verità”, tenendo in mano le foto dei propri cari. Un cittadino curdo ha affermato: “Le salme vanno consegnate ai loro cari e portate dove vogliono loro, invece vogliono portarle a Bologna per una sepoltura al cimitero islamico, ma i familiari non vogliono. Il Presidente Mattarella aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per una degna sepoltura a queste persone che hanno perso la vita. Noi staremo qui fino a quando non consegnano le salme ai familiari”.

Il Viminale: “Soluzione provvisoria”

Il Viminale ha fatto sapere che il trasferimento a Bologna delle salme è una “soluzione provvisoria e non definitiva. Presa per dare immediata dignità alle salme. Anche perché in Afghanistan non è semplice procedere nell’immediato al rimpatrio”. In ogni caso, “si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare con la soluzione definitiva. Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano se ne farà carico di tutti gli oneri”.

Sulla vicenda è intervenuto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: “Mi hanno informato che i familiari delle vittime del naufragio di Cutro stanno protestando per l’improvvisa decisione di spostare le salme da Crotone a Bologna. E peraltro violando ciò che era stato dichiarato pubblicamente da molti esponenti del governo e cioè che lo Stato italiano si sarebbe fatto carico delle spese per il rimpatrio, un legittimo e necessario atto di pietà. Quello che sta accadendo non può essere tollerato Almeno un po’ di umanità nella gestione di questa vicenda dopo quello che è accaduto sarebbe dovuta. Chiedo al governo che si attivi perché questo scempio venga bloccato, che non si proceda in questo modo almeno per garantire un po’ di dignità nella relazione con i sopravvissuti e i familiari di questa ennesima strage. Per favore, fermatevi”.

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