Un uomo di 37 anni, lo statunitense Richard Rose, che sui social affermava di non indossare la mascherina perché riteneva la pandemia una «montatura», è morto a causa delle complicazioni del coronavirus il 4 luglio scorso.

Il 37enne, originario di Port Clinton, che ha prestato servizio militare per nove anni (è stato anche in Iraq e Afghanistan), è deceduto nel suo letto. Il 28 aprile scorso, su Facebook, ha pubblicato un post in cui ha comunicato la sua decisione di ignorare le raccomandazioni ufficiali sull’uso della mascherina:

post Richard

Dopo la sua morte, quel post è stato condiviso decine di migliaia di volte e centinaia di commentatori hanno anche ‘deriso’ l’ennesima vittima del Covid-19 negli Stati Uniti. Un utente ha scritto: «E ora sei morto. Scommetti che la tua famiglia vorrebbe che tu abbia indossato la mascherina…». E un altro: «Selezione naturale».

Un amico di Richard, Nick Conley, ha affermato: «Adesso Rick viene massacrato online per la sua decisione di non indossare una mascherina e non è giusto. Dovremmo, comunque, essere compassionevoli anche se non siamo d’accordo con le convinzioni di qualcuno. È morto e dovremmo avere un po’ di compassione per questo».

L’uomo, il 1° luglio scorso, ha pubblicato un post in cui si diceva di essere stato «molto malato negli ultimi  giorni» e in un altro ha scritto: «Bene. Sono ufficialmente in quarantena per i prossimi 14 giorni. Sono appena risultato positivo al Covid-19. Fa schifo perché avevo appena cominciato un nuovo lavoro». E il giorno dopo: «Questa brutta cagna fa schifo! Sono senza fiato…».

L’amico ha detto che «la parte ancora più tragica della sua morte è che altri sono stati infettati a causa delle sue azioni» e, quindi, spera che la sua scomparsa possa servire da monito: «Conosco un sacco di persone che non hanno incontrato qualcuno con la diagnosi di coronavirus e voglio che la gente veda che è reale» così da essere più caute.

A Richard Rose piacevano i social media, lo streaming online, il mondo del paranormale e i suoi due gatti, Dale e Tucker. Così c’è scritto nel suo necrologio…

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