Dal 14 dicembre 2024, il nuovo Codice della Strada ha introdotto regole più severe per i conducenti, con particolare attenzione alla guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.
Tuttavia, una circolare congiunta dei Ministeri dell’Interno e della Salute, datata 11 aprile, ha segnato una svolta significativa, attenuando la rigidità delle norme iniziali. Questo documento tecnico chiarisce, infatti, come le autorità devono accertare l’effettiva influenza delle sostanze durante la guida, introducendo criteri più precisi e tutele per chi assume farmaci legali.
La circolare risponde a un dibattito accesissimo, sollevato anche da un ricorso del Tribunale di Pordenone alla Corte Costituzionale, che aveva messo in discussione la legittimità delle norme per la loro potenziale severità. Ecco cosa cambia e cosa devono sapere i conducenti.
La stretta iniziale: addio allo stato di alterazione
Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, fortemente voluto dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, la normativa aveva eliminato il requisito dello stato di alterazione psicofisica per sanzionare i conducenti. Bastava la semplice positività a un test per le sostanze stupefacenti per far scattare multe, sospensione della patente e, in alcuni casi, conseguenze penali. Questa impostazione aveva suscitato polemiche, soprattutto tra chi temeva che persone in terapia con farmaci legali, come oppioidi o psicofarmaci, potessero essere ingiustamente penalizzate.
La nuova circolare, invece, reintroduce un principio fondamentale: per essere punibile, l’assunzione di sostanze stupefacenti deve essere “prossima” alla guida e produrre ancora effetti attivi nell’organismo. Come recita il documento:
“Occorre provare che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”.
Nuovi test salivari: come funzionano i controlli
Per garantire che le sanzioni colpiscano solo chi guida sotto l’effetto attivo di sostanze, la circolare stabilisce procedure precise per i controlli. Le forze dell’ordine, come Carabinieri e Polizia, dovranno seguire un protocollo rigoroso:
- Accertamento preliminare: il conducente sarà sottoposto a un test salivare rapido per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti;
- Raccolta dei campioni: in caso di positività, verranno prelevati due campioni di saliva, che dovranno essere conservati a una temperatura di 4°C;
- Analisi di laboratorio: i campioni saranno inviati a un laboratorio di tossicologia forense per analisi approfondite. Solo la presenza di metaboliti attivi nel sangue o nella saliva potrà giustificare una sanzione, poiché indica che la sostanza è ancora attiva nell’organismo;
- Esclusione delle urine: i test urinari non saranno più considerati validi per accertare un’intossicazione in atto, poiché i metaboliti nelle urine possono persistere a lungo senza influire sulle capacità di guida.
Questo approccio scientifico mira a garantire maggiore equità, distinguendo tra chi ha assunto sostanze in un passato remoto e chi guida effettivamente sotto il loro effetto.
Tutele per chi assume farmaci legali
Un aspetto importante della circolare è la protezione per chi assume farmaci legali a base di oppioidi o psicofarmaci, prescritti da un medico o somministrati in ospedale. Le analisi di laboratorio dovranno tenere conto di eventuali terapie documentate, evitando sanzioni ingiuste. Questo punto risponde a una delle critiche più frequenti al nuovo Codice della Strada, che rischiava di penalizzare pazienti in trattamento per condizioni mediche legittime.
Ad esempio, una persona in terapia con farmaci per il dolore cronico non sarà automaticamente considerata “sotto effetto” di stupefacenti, purché possa dimostrare la prescrizione medica.
Impatto giuridico: la circolare e la legge
Nonostante l’importanza della circolare, è fondamentale ricordare che la legge approvata a dicembre 2024 rimane invariata e ha una valenza superiore rispetto a un documento amministrativo. Tuttavia, la circolare fornisce indicazioni operative che potrebbero influenzare le decisioni dei giudici, soprattutto nei casi contestati. Il ricorso del Tribunale di Pordenone alla Corte Costituzionale, che ha sollevato dubbi sulla legittimità delle norme, rende la circolare un elemento di riferimento cruciale per i procedimenti giudiziari in corso.
La circolare sottolinea che l’elemento chiave per una sanzione è la correlazione temporale tra l’assunzione della sostanza e la guida. Come spiega il documento: “La presenza dei principi attivi delle sostanze stupefacenti o psicotrope deve essere determinata esclusivamente attraverso analisi di campioni ematici o di fluido del cavo orale del conducente, le uniche matrici biologiche nelle quali la presenza di molecole o metaboliti attivi costituisce indice di una persistente attività della sostanza”.
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