Una persona che adora i cani e per questo, una volta ritornato nella terra ove era nato, ha iniziato ad occuparsi di loro. Lavoro e la passione per i quattrozampe, amorevolmente accuditi specie se senza padrone.

Gianluca non si sarebbe però aspettato che il suo ritorno in un piccolo paese della provincia di Cosenza, dovesse presentare una così brutta sorpresa. Davanti casa, Nerina non c’era più. Un fatto strano visto che solitamente era tra la prime a presentarsi. Inzia così una ricerca sempre più affannosa che si conclude vicino ad un dirupo dell’area abitata. Una macchia di sangue, due bossoli di fucile.

Ho capito subito che l’avevano uccisa – riferisce Gianluca – e ho iniziata a cercarla nel dirupo. Dopo qualche minuto l’ho trovata. Ovviamente Nerina non poteva essere arrivata li da sola. Qualcuno l’aveva gettata”.

I fatti sono stati denunciati ai Carabinieri mentre nei luoghi è intervenuto il Veterinario dell’ASP. La speranza è che le indagini possano portare ad individuare il responsabile mentre nei giornali locali sono apparsi i primi appelli affinchè le istituzioni prendano posizione su un fatto così grave.

Non riesco a capire perchè hanno fatto tutto questo – afferma affranto Gianluca – Spero che il colpevole sia individuato”.

Purtroppo la legge contro i maltrattamenti degli animali non punisce in maniera adeguata simili azioni. Già in caso di flagranza non si può procedere all’arresto mentre, a condanna definitivia, non è possibile (al di là delle previsioni di reclusione, sia nel caso di maltrattamento che di morte di animali) stabilire una minima limitazione della libertà personale. Le pene reclusive stabilite dalla legge 189/04, infatti, sono ben al di sotto della soglia minima prevista per tali restrizioni. I casi più gravi finora conclusi con la condanna in Italia, riportano una multa prossima ai 10.000 euro. La multa è la sanzione pecuniaria dei reati delitti.