Era attesa ieri sera la sentenza per la morte del parà siciliano Emanuele Scieri a Pisa ma alla fine, a sorpresa, la corte da deciso di sentire altri testi. Colpo di scena al processo di primo grado davanti alla corte d’assise di Pisa. Scieri, 26anni di Siracusa, era parà di leva della Folgore e fu trovato cadavere ai piedi di una torre di prosciugamento dei paracaduti 24 anni fa nella caserma Gamerra di Pisa. I giudici, al termine di una camera di consiglio durata circa 6 ore, sono usciti disponendo che venissero sentite tre donne. Sono indicate nella lista testi dell’accusa. Fissata al 13 luglio la prima delle nuove udienze per il processo a carico di Alessandro Panella e Luigi Zabara, i due ex caporali della Folgore accusati di omicidio volontario.

La ricostruzione dei fatti

I due imputati erano finiti sotto inchiesta nel 2018, con una svolta nelle indagini della Procura di Pisa che aveva coinvolto anche un terzo sottufficiale, Andrea Antico. Già la commissione parlamentare d’inchiesta aveva concluso che Scieri non si era suicidato. Per la Procura l’ex parà di leva sarebbe rimasta vittima di atti di nonnismo, teatro il piazzale sotto la scala di asciugatura dei paracadute della Gamerra. Gli imputati lo avrebbero picchiato anche dopo che lui era salito sulla torretta di asciugatura il 13 agosto 1999. Lo avrebbero fatto precipitare e morire, nascondendo il corpo sotto a un tavolo nella caserma. Il cadavere fu poi rinvenuto tre giorni dopo, il 16 agosto.

Un processo con assolto

Antico, nel novembre 2021, fu processato con rito abbreviato ed è stato assolto dal gup. Gli altri due hanno invece scelto il rito ordinario: il processo si è aperto ad aprile 2022 e ieri sembrava destinato a concludersi. Le richieste del pm sono state di condanna a 24 anni per Panella e 21 per Zabara. Le arringhe dei difensori, analoghe nelle conclusioni con richiesta di assoluzione per entrambi. La corte però è uscita in serata dalla camera di consiglio con una decisione inattesa. Ha ritenuto che all’esito dell’istruttoria “appare assolutamente necessario” ascoltare tre donne, inserite nella lista testi del pm. Si tratterebbe di amiche di un paracadutista che nel 1999 era in caserma e che a sommarie informazioni riferì di avere visto nella caserma Gamerra intorno all’una di notte gli imputati ancora svegli. Ne ha disposto così la citazione. Toccherà ora alla procura rintracciarle. La loro testimonianza potrebbe suffragare o smentire gran parte dell’impianto accusatorio. Si torna in aula il 13 luglio.

Il fratello della vittima: Aspetto con serenità”

“Ho aspettato tanti anni e quindi se questa ulteriore udienza servirà ad arrivare alla verità sulla morte di mio fratello aspetterò con serenità anche il 13 luglio” le parole di Francesco Scieri. “Il pronunciamento di stasera – ha affermato l’avvocato Ivan Albo, legale di parte civile della famiglia Scieri – dimostra che la corte di assise ha piena consapevolezza sia degli elementi a carico e a discarico degli imputati. E per questo ritiene dirimente queste testimonianze per raggiungere il verdetto”.