Mentre Putin avverte che le forze occidentali in Ucraina sarebbero un “obiettivo legittimo”, Zelensky chiede pressione internazionale per un cessate il fuoco.

Il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un monito chiaro e inequivocabile agli alleati occidentali di Kiev: qualsiasi forza occidentale schierata in Ucraina sarà considerata un “obiettivo legittimo” per l’esercito di Mosca.

Parlando al Forum economico orientale di Vladivostok, Putin ha ribadito la posizione del Cremlino, sottolineando che la presenza di truppe straniere, specialmente durante le attuali operazioni militari, rappresenterebbe una minaccia diretta. “Se delle truppe dovessero comparire lì, soprattutto ora, durante le operazioni militari, partiamo dal presupposto che si tratterebbe di obiettivi legittimi da distruggere”, ha dichiarato, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tass,, aggiungendo che “se si prenderanno decisioni che porteranno alla pace, a una pace duratura, allora semplicemente non vedo alcun senso nella loro presenza sul territorio dell’Ucraina”.

Putin ha anche espresso scetticismo sulla possibilità di negoziati significativi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendo “praticamente impossibile” raggiungere accordi su questioni chiave a causa di presunte difficoltà legali e tecniche.

La Commissione Europea ha risposto, durante un briefing con la stampa, tramite la portavoce Paula Pinho, alle dichiarazioni di Putin, ribadendo che spetta all’Ucraina decidere in merito alla presenza di truppe straniere sul proprio territorio.

La posizione di Zelensky: pressione su Putin per un cessate il fuoco

Dall’altra parte del conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la necessità di una pressione internazionale coordinata per spingere la Russia verso la pace. Intervenendo in videoconferenza al Forum di Cernobbio, Zelensky ha dichiarato: “Putin non vuole porre fine a questo conflitto, questo è un dato di fatto”, aggiungendo che “noi conviviamo con questa situazione. Lui voleva questa guerra fin dall’inizio e noi ci siamo difesi. E grazie a tutti i leader e grazie alle vostre nazioni ce l’abbiamo fatta”.

Ha sottolineato che il primo passo per risolvere qualsiasi guerra è un cessate il fuoco, possibile solo attraverso un aumento della pressione su Mosca, combinata con garanzie di sicurezza e sanzioni più severe. “Nessuno si fida dei russi, ma questa non è tanto una questione di fiducia, dobbiamo porre fine a questa guerra e dobbiamo fare pressione su Putin affinché ponga fine al conflitto”, ha aggiunto. Zelensky ha espresso apertura a incontri con Putin, ma ha chiarito che non crede nella reale volontà del leader russo di porre fine alle ostilità. “Sono soltanto parole e nessuno si fida delle sue parole”, rimarcando che “vorrei semplicemente che ci fosse la pace, per i nostri figli, per i nostri bambini. Vogliamo avere le nostre case, il nostro paese”.

Il ruolo di Trump

Un ulteriore elemento di complessità è emerso dalle dichiarazioni del vicepremier italiano Antonio Tajani, che ha commentato i colloqui tra Putin e il presidente statunitense Donald Trump. Parlando al Nueva Economia Forum a Barcellona, con la segretaria generale del Ppe Dolors Montserrat, Tajani ha osservato: “Putin parla molto con Trump, fanno riunioni, ma è molto difficile lavorare per trovare una soluzione di pace, sempre è molto complicato”. Ha aggiunto di non essere particolarmente ottimista sulla possibilità di progressi significativi entro la fine dell’anno.