Sequestri, sgomberi o altri provvedimenti spesso di natura cautelare che vedono a volte coinvolti gli animali. Non si tratta di “beni” interessati dal provvedimento, bensì di distrazioni operate nelle fasi di contestazione dello stesso.
L’ultimo episodio è successo venerdì scorso a Roma; mamma Pit bull e tre cuccioli sono stati lasciati all’interno di uno stabile sgomberato. Per poterli recuperare, appena appresa la notizia, l’associazione Earth è dovuta ricorrere all’intervento dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco. L’accesso all’edificio, infatti, era bloccato da robuste catene.
“Lo stabile occupato – afferma Earth – era stato fatto sgomberare dalla Polizia di Stato lo scorso venerdì. Peccato che al momento dell’operazione nessuno si sia preoccupato di soccorrere o far trasferire una mamma pit bull con i suoi tre cuccioli. Così da tre giorni i cani erano rimasti chiusi senza acqua nell’edificio vuoto e sigillato da catene”.
Nei vani sgomberati sono stati così effettivamente ritrovati i cani privi di acqua e cibo, ma ancora in buone condizioni. Gli animali, afferma sempre Earth, non risultavano registrati all’anagrafe canina.
“Hanno lavorato congiuntamente guardie zoofile EARTH, carabinieri, vigili del fuoco ed Asl ed in poche ore si è assicurata la salvezza ad animali il cui destino sembrava segnato – dichiara Valentina Coppola, presidente di EARTH, – resta gravissimo il fatto che gli animali siano rimasti dentro l’ edificio dopo lo sgombero. Chiedo al Sindaco Raggi di predisporre un regolamento per cui sia sempre presente la tutela animali durante gli sgomberi poiché è tutt’ altro che infrequente che ci siano animali di cui occuparsi”.
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