I nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza si trovano al 47% al Centro Nord e per il restante 53% al Sud e nelle Isole. Per numeri assoluti di nuclei beneficiari le prime sei regioni in classifica sono nell’ordine: Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Piemonte. E’ quanto si legge nella bozza di decreto su Reddito di cittadinanza e Quota 100 che è stato protocollato il 4 gennaio dal Ministero del Lavoro con protocollo numero 87 del registro ufficiale.

Si tratta ancora di una bozza che dovrà essere oggetto di discussione all’interno del governo ma si segnano una serie di dati precisi che vanno dall’analisi dei beneficiari che rispecchia in gran parte del previsioni fatte dallo Svimez, fino alle proposte di ‘regole di accesso’.

Il decreto, in 27 articoli,  lungo e complesso, stabilisce meccanismi ed esclusioni, valuta costi e impone regole e non affronta solo la materia di diretta emanazione del Reddito di Cittadinanza e delle pensioni ma interviene anche col fondo di solidarietà per il trasporto aereo e con la riforma di Inps e Inail tornando a introdurre i consigli di amministrazione al posto dell’amministratore unico.

La spesa totale per il Reddito di Cittadinanza  valutata in 6 miliardi e 110 milioni nel 2019 ma partirà dal 1 aprile. Nell’anno l’esigenza e 6 miliardi e mezzo, quasi altri 400 milioni servono per mantenere la Rei, ovvero l’attuale sistema di sostegno alla povertà, nei primi 3 mesi del 2019, gennaio, febbraio e marzo.

Il Reddito avrà due componenti, una variabile a seconda del nucleo familiare ed una fissa considerata contributo all’affitto che varrà 280 euro a famiglia beneficiaria sempre e comunque (se c’è in corso un mutuo per l’acquisto della prima casa il sostegno all’affitto diventa sostegno al mutuo e vale 150 euro e non più 280). A questi si aggiungeranno 500 euro per le famiglie ad un solo componente (totale 780), 600 per 1 adulto e un minore, 700 per 2 adulti (totale 980) e così via fino a 1050 (totale 1330) per famiglie con tre aduli e 2 minori. (QUI LA SCHEDA COMPLETA CON QUANTO SPETTA)

Per ottenere il Reddito di Cittadinanza bisognerà dimostrare di avere un Isee fino a 9600 euro e proprietà immobiliari per un massimo di 30mila euro di valore oltre la prima casa. Introdotti anche una serie di sbarramenti di altra natura e comunque legati al nucleo familiare, come già l’Isee permette di scremare. (QUI LA SCHEDA COMPLETA CON LE REGOLE PER OTTENERE IL REDDITO)

Il reddito durerà 18 mesi e decadrà se si rifiuteranno offerte congrue di lavoro. Congrua  l’offerta di lavoro oltre che per stipendio anche per distanza. Nei primi sei mesi di reddito entro 100 chilometri da casa, nei secondi sei entro 250, negli ultimi 6 ovunque in Italia. Potrà essere richiesto un rinnovo di altri 18 mesi alle condizioni degli ultimi sei mesi. Dopo 3 anni si perde il reddito e non lo si può richiedere di nuovo prima di ulteriori 18 mesi

Per i pensionati integrazione da 630 euro più 150 di contributo all’affitto (780 totale) che sale a 1032 totali se gli anziano over 65 sono 2 nella famiglia.

Il Reddito di Cittadinanza sostituirà, dal 1 aprile, tutte le altre forme di assistenza che vanno dalla carta Rei per il contrasto alla povertà ai vari ammortizzatori sociali declinati nelle varie forme esistenti. Il costo, stabilito in sei miliardi e mezzo per il 2019, salirà a quasi 7 miliardi e 300 milioni nel 2020 quando sarà applicato sull’intero anno e, secondo le previsioni, supererà gli 8 miliardi nel 2021 ma dovrebbe tornare a scendere a 7 miliardi 841 milioni nel 2022 e nel 2023.

Infine l’accesso al Reddito di Cittadinanza per gli stranieri previsto per chi vive in Italia stabilmente da almeno 10 anni ma qui i calcoli si fanno più complessi. Si giudica che il 24% degli stranieri non abbiano i requisiti per la richiesta per effetto della non lunga permanenza. Ma questo aspetto è ancora da approfondire e meglio determinare.

I calcoli sono fatti, la bozza è pronta. Ora si aspettano le scelte che potrebbero modificare in parte questo quadro prima dell’emanazione definitiva ed ufficiale del decreto