Oggi, lunedì 18 maggio, l’hashtag è #ripartenza. Sì, perché si riapre dappertutto e non c’è bisogno di alcuna autocertificazione per spostarsi nella propria Regione di residenza (sì, invece, negli altri casi).

Per Andrea Crisanti, virologo e direttore del Dipartimento di Medicina molecolare e Microbiologia dell’università di Padova, intervistato da La Verità «è una decisione politica che deve avvenire a un rischio accettabile. Purtroppo, in Italia questo rischio non è misurabile perché non abbiamo il vero numero totale di casi. I numeri ufficiali sono falsati, perché riportano soltanto i positivi ai quali è stato fatto il tampone», aggiungendo che «ho sempre auspicato fossero conteggiati anche coloro che telefonavano da casa ai servizi sanitari locali riferendo una sintomatologia compatibile. Senza contare anche questi, il totale vero non lo sapremo mai».

Per l’esperto, comunque, in Italia i contagi reali da Sars-CoV-2 sono «tra 5 e 10» volte quelli riportati nei bollettini. Poi, sul fronte mascherine, Crisanti ha ribadito che bisogna indossarle «assolutamente, al contrario di quanto ci hanno detto all’inizio. Non ho una ricetta alternativa».

Inoltre, per il virologo «l’epidemia si vince sul territorio e ogni ricovero in ospedale è una sconfitta». Anche i tamponi restano «senza dubbio» necessari. «Stiamo ricevendo una fortissima richiesta delle attività produttive – ha affermato – e in Veneto, nonostante una capacità di fare tamponi superiore alla media italiana, non siamo in grado di far fronte a tutte le domande». Di conseguenza, i tamponi vanno limitati «alle persone a rischio cioè il personale sanitario, le Rsa e quanti, per motivi di lavoro o altro, vengono a contatto con un gran numero di persone».

Infine, in caso di focolai «si dovrebbero dichiarare micro zone rosse e partire con i tamponi». FONTE: Adnkronos.