È durato un quarto d’oro il monologo di Roberto Benigni sulla Costituzione, terminato con la standing ovation del pubblico del Teatro Ariston, compresi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la figlia Laura.

Il regista premio Oscar ha affermato che “l’articolo 21 della Costituzione è il mio preferito e il più importante: il pilastro di tutte le libertà dell’uomo”, quello che recita che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”.

“Un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino, di una forza e bellezza che si rimane stupiti. Ma se l’hanno scritto ce ne era bisogno – ha affermato l’artista toscano –  Perché durante il ventennio non si poteva pensare liberamente. L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura”.

“In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono carcerati e incatenati, solo perché mostrano il volto o i capelli, o perché ballano e cantano (il riferimento all’Iran è chiaro, n.d.r.) Quanto è meraviglioso e straordinario che in Italia tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Ce lo dobbiamo ricordare. La cosa migliore per il futuro è ricordarsi di avere il passato bene presente”.

Benigni ha reso omaggio ai padri costituenti, “tra questi c’era Bernardo Mattarella, il padre del presidente, al quale va il nostro applauso. Lei e la Costituzione avere avuto lo stesso padre, possiamo dire che è sua sorella”, rivolgendosi al Capo dello Stato.

L’artista toscano ha così concluso il suo monologo: “I padri e le madri costituenti hanno lasciato l’ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Loro hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà”.

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