Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha disposto lo scioglimento delle Camere dopo, come stabilito dall’articolo 88 della Costituzione, avere sentito i presidenti di Senato e Camera, ovvero Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha controfirmato il decreto.

La Costituzione stabilisce, inoltre, che dopo lo scioglimento della Camere, le elezioni abbiano luogo entro 70 giorni ma sarà il Governo a scegliere sia la data che il perimetro degli affari correnti in un Consiglio dei Ministri ad hoc.

Le parole di Mattarella

Le parole del Capo dello Stato: “Ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di 70 giorni indicato dalla Costituzione. La discussione, il voto e le sue modalità hanno reso evidente il venire meno del sostegno e l’assenza di prospettive per dar vita a nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere”.

L’ultima scelta

E ancora: “Lo scioglimento delle Camere è sempre l’ultima scelta da compiere specie se, come in questo momento, ci sono davanti alle Camere importanti adempimenti da portare a compimento” ma “la situazione politica ha condotto a questa decisione. La discussione il voto e la modalità hanno reso evidente l’assenza di prospettive per una nuova maggioranza”.

Esecutivo dimissionario ha gli strumenti

Mattarella ha ricordato che ci sono “molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del Paese” e “il periodo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare la crisi economica e sociale” e “l’aumento dell’inflazione”. L’Esecutivo dimissionario “incontra limitazioni nella sua attività” ma “dispone” di strumenti “per intervenire sulle esigenze presenti e quelle che si presenteranno tra oggi e il nuovo Governo”.

Mattarella, infine, si augura che “seppur nell’intensa e a volte acuta dialettica della campagna elettorale, ci sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse superare dell’Italia”.

La nota del Quirinale

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, che è stato controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri. Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati dal segretario generale della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.

Alle urne il 25 settembre

Dopo il decreto del Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha sciolto le Camere, il Consiglio dei Ministri ha ufficializzato la data delle prossime elezioni politiche: domenica 25 settembre. Lo si apprende da fonti di Governo. Confermate, quindi, le indiscrezioni di stamattina secondo cui il voto non sarebbe avvenuto ad ottobre ma sarebbe stato anticipato a settembre.

La data del 25 settembre è soltanto un giorno dopo quella da cui scatterà il vitalizio per i parlamentari, come prevede la normativa modificata nel 2012, secondo cui, per avere diritto alla pensione al compimento dei 65 anni, senatori e deputati devono avere maturato contributi da attività parlamentare per almeno 4 anni, 6 mesi e un giorno. Quindi, la data in questione è, per l’appunto, il 24 settembre.

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