L’utilizzo di tecniche di analisi genomica si rivela un passo avanti cruciale nella diagnosi precoce del tumore dell’ovaio. A tal proposito, uno studio condotto da un team di ricercatori di Humanitas di Milano e pubblicato su Science Translational Medicine rivela la possibilità di identificare alterazioni molecolari specifiche del tumore con anni di anticipo rispetto alle prime manifestazioni della malattia.
La scoperta
Il team di ricerca, guidato dal Prof. Maurizio D’Incalci e dal Dr. Sergio Marchini, ha annunciato una scoperta molto importante. L’instabilità genomica, una firma molecolare del tumore dell’ovaio, può essere individuata attraverso l’analisi dei tamponi per il pap test, il comune esame di screening dei tumori del collo dell’utero. Questo può aprire la strada alla diagnosi precoce.
Cambiare il destino della malattia
Secondo i ricercatori, la sopravvivenza al tumore dell’ovaio è strettamente legata al momento della scoperta della malattia. Cambiare la capacità di fare diagnosi precoci significa, di fatto, cambiare le prospettive di cura per chi affronta questa forma tumorale. Da qui l’importanza dell’instabilità genomica che si presenta come una firma molecolare decisiva di questa patologia. Gli esperti credono che utilizzando i tamponi dei Pap test e applicando tecniche di analisi genomica, questa firma possa essere individuata molti anni prima della diagnosi effettiva, fino a nove anni prima.
Il prof. Marchini ha spiegato: “Oggi sappiamo che già nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale, il Dna delle future cellule neoplastiche è caratterizzato da profonde anomalie nella sua struttura e organizzazione. L’instabilità genomica è quindi una caratteristica primitiva e non condivisa con le cellule sane, e quindi un’ottima base di partenza per sviluppare un test di diagnosi precoce”. Adesso servono studi più ampi per confermare questi risultati
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