L’esercito ucraino si ritirerà da Severodonetsk, campo di battaglia per settimane tra le truppe del Cremlino e dei filorussi da un lato e quelle di Kiev dall’altro.
Sergiy Gaiday, governatore del Luhansk, su Telegram ha annunciato che “le forze armate ucraine dovranno ritirarsi da Severodonetsk. Hanno ricevuto l’ordine di farlo. Restare in poszioni incessantemente bombardate per mesi non ha senso”. La città, infatti, è stata “quasi ridotta in macerie” dagli attacchi russi: “Tutte le infrastrutture critiche sono state distrutte. Il 90% della città è danneggiato, l’80% delle case dovrà essere demolito”. Il governatore ha, però, aggiunto: “La perdita di Severodonetsk è una perdita per l’Ucraina nel senso che qualsiasi il terreno catturato dalle forze russe è una perdita, ma la battaglia di Severodonetsk non sarà una vittoria russa decisiva”.
Le forze armate di Putin si sono poste l’obiettivo di prendere Severodonetsk dall’inizio della guerra in Ucraina – 24 febbraio – perché si tratta di una città strategica chiave con molti vantaggi.
Martedì scorso, 21 giugno, l’Ucraina ha reso noto che le forze armate russe hanno compiuto progressi significativi nel Donbass, prendendo il controllo di Toshkiva, villaggio che si trova tra le due città di Severodonetsk e Lysychansk: “Toshkivka è controllata interamente dai russi”, ha comunicato alla TV il capo del distretto di Severodonetsk, Roman Vlasenko, spiegando che la battaglia per il Donbass è “in pieno svolgimento”. Prima della guerra, Toshkiva aveva una popolazione di circa 5mila abitanti e si trova a circa 25 chilometri a sud di Severodonetsk.
Infine, a Kherson, è esplosa un’auto ed è morto un funzionario dell’amministrazione insediata dai russi. Si tratta di Dmitry Savluchenko, responsabile del dipartimento Giovani, famiglia e sport. Secondo Ria Novosti, dall’amministrazione regionale filorussa hanno definito quanto accaduto un “attacco terroristico”.
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