Il giorno dopo l’incidente aereo sul Mar Nero, dove due caccia russi hanno intercettato un drone americano che è poi precipitato in acque internazionali, Analatoly Antonov, ambasciatore russo negli USA, ha invitato Washington a fermare i voli “ostili” vicino ai confini russi.

“Presumiamo che gli Stati Uniti si asterranno da ulteriori speculazioni nello spazio mediatico e cesseranno i voli vicino ai confini russi”, ha affermato Antonov su Telegram, aggiungendo: “Consideriamo apertamente ostile qualsiasi azione con l’uso di armamenti americani”.

“Sappiamo tutti – ha spiegato Antonov – a cosa servano queste ricognizioni di velivoli senza pilota. Cioè a raccogliere informazioni di intelligence che poi l’Ucraina usa per colpire la Russia“.

Tuttavia, Mosca “ritiene importante mantenere aperte le linee di comunicazione. La Russia non cerca lo scontro e sostiene una cooperazione pragmatica nell’interesse dei nostri rispettivi popoli”.

Australia: “La Russia non rispetta le regole”

Sulla vicenda è intervenuto anche Richard Marles, ministro della Difesa dell’Australia: “Penso che questo, ancora una volta, sia un esempio del fatto che la Russia non rispetti le regole, che poi è la posta in gioco dell’intero conflitto in Ucraina”. Il MQ-9 senza pilota americano “stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo, provocando un incidente e la completa perdita” del velivolo.

“Il drone non era armato”

Secondo quanto riportato dal New York Times, inoltre, il drone precipitato non aveva armi ed era decollato da una base in Romania per una missione di ricognizione regolarmente programmata, che in genere dura dalle nove alle dieci ore. Il Pentagono ha, inoltre, accusato Mosca di una manovra “pericolosa e non professionale”, rimarcando che il drone non è stato abbattuto ma ha subito danni: uno dei caccia russi avrebbe scaricato carburante contro il drone e l’altro avrebbe urtato l’elica, causandone lo schianto.

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