Serhiy Haidai, governatore della regione di Luhansk, su Telegram ha informato che ieri sera, mercoledì 8 giugno, l’esercito russo ha attaccato l’area dello stabilimento di produzione di ammoniaca Azot, a Severodonetsk.

“La sera dell’8 giugno – ha scritto Haidai – gli invasori hanno colpito due volte impianto Azot di Severodonetsk. Almeno due siti dell’azienda chimica sono stati danneggiati in diverse parti. Uno di questi à un laboratorio di produzione di ammoniaca. Le conseguenze del bombardamento verranno segnalate separatamente”.

All’interno dell’impianto chimico si sarebbero rifugiati circa 800 civili, 200 dipendenti e 600 residenti. Almeno due officine sono state colpute, tra cui quella che si occupa di produrre l’ammoniaca. Inoltre, dentro la fabbirica, ci sarebbero anche unità militari ucraine che, stando a quanto riferito dai combattenti filorussi, sarebbero arretrati dopo l’assalto delle truppe del Cremlino. Il governatore ha anche affermato che almeno quattro persone sono morte in seguito ai bombardamenti effettuati dalle truppe russe nelle ultime 24 ore, due uomini e due donne.

Comunque, secondo Oleksandr Stryuk, sindaco di Severodonetsk, la situazione è “difficile ma gestibile”. Le forze di Kiev mantengono il controllo della zona industriale e delle aree circostanti, nonostante l’intenso fuoco di artiglieria russo che impedisce di evacuare gli abitanti. Sono circa 10 mila i civili intrappolati nella città del Donbass.

Secondo fonti ucraine, infine, le forze russe hanno effettuato attacchi con MLRS e operazioni di ricognizione nella regione di Mykolaiv e stanno intensificando le operazioni nella regione di Kherson in risposta ai recenti contrattacchi delle truppe di Kiev.

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