Ancora tanti silenzi nonostante siano trascorsi 36 anni. Ricade oggi infatti l’anniversario della Strage di Ustica in cui persero la vita gli 81 occupanti del Dc9 dell’Itavia, in viaggio da Bologna verso Palermo.

Il mistero su quel che accadde davvero nei cieli dell’isola siciliana la sera del 27 giugno 1980 resta fitto. Negli anni si sono dibattute principalmente le ipotesi di un coinvolgimento internazionale (in particolare francese, libico e statunitense), di un cedimento strutturale o di un attentato terroristico.

Ma ci sono anche le tesi, come quella dell’ex-presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, in cui si attribuisce la responsabilità del disastro a un missile francese “a risonanza e non ad impatto” destinato ad abbattere un aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico Gheddafi.

Ieri, intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, im un telegramma alla presidente dell’Associazione parenti delle vittime, Daria Bonfietti, ha auspicato  “che si riescano a rimuovere le opacità purtroppo persistenti”.

Per il capo dello Stato la ricorrenza della strage di Ustica “rinnova lo strazio dei familiari e il dolore del Paese intero, che non può certo dimenticare quella ferita così profonda nel proprio tessuto sociale e nella storia stessa della Nazione”.

Mattarella, come lo scorso anno, sottolinea che quella delle famiglie “è una domanda di giustizia. A questa domanda devono corrispondere, con serietà e dedizione, le istituzioni nazionali e quelle estere chiamate a collaborare, perchè le nostre democrazie si fondano su valori e diritti che non possono sottrarsi al criterio della verità”.