H5N8 è il nome del virus dell’influenza aviaria. Circola in Europa dal 2014 e provoca focolai che hanno colpito milioni di uccelli selvatici e avicoli, come riportato dalla ECDC, l’agenzia europea dedicata al controllo delle malattie infettive.

Il 20 febbraio scorso, però, la Russia ha avvertito che il virus, per la prima volta, ha fatto il salto agli esseri umani: sette lavoratori, infatti, sono stati contagiati in una fattoria gigantesca con 900mila galline ovaiole nella regione di Astrakhan, nel sud del Paese. Nessuno di loro, comunque, ha manifestato sintomi.

Il virus, come riportato da El Paìs, è arrivato anche in Spagna. Il Ministero dell’Agricoltura ha accertato tre focolai negli uccelli selvatici negli ultimi mesi, dopo la comparsa, a novembre, di un falco pellegrino in agonia in Cantabia e il ritrovamento a gennaio di tre cicogne e di un’oca morti a Girona e i resti di un’altra oca a Zamora.

Il ministero, tuttavia, ha inviato un messaggio rassicurante dopo aver comunicato quest’ultimo evento, il 5 febbraio: «Il rilevamento di questo caso non implica un rischio per la salute pubblica, poiché studi genetici basati sull’analisi delle sequenze del virus completo dimostrano che il virus aviario è senza affinità specifica per l’uomo».

Due esperti cinesi, però, sono meno ottimisti. «La diffusione mondiale dei virus dell’influenza aviaria H5N8 è un problema di salute pubblica», hanno avvertito sulla rivista Science.

George Fu Gao è il direttore generale del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e Weifeng Shi è il direttore del Laboratorio di riferimento per le malattie infettive emergenti presso le università dello Shandong.

Entrambi hanno partecipato all’identificazione del nuovo coronavirus nel dicembre 2019. A loro avviso, i virus dell’influenza aviaria possono causare «pandemie disastrose» negli esseri umani.

I ricercatori cinesi hanno sottolineato che il virus dei sette lavoratori russi apparteneva al sottogruppo 2.3.4.4b, con mutazioni «preoccupanti» che sembrano aumentare la sua affinità per le cellule umane.

Questa stessa variante del virus ha causato la macellazione di oltre 20 milioni di pollame in Corea del Sud e Giappone: «È imperativo che la diffusione globale e il rischio potenziale dei virus dell’influenza aviaria H5N8 per pollame, uccelli selvatici e salute pubblica globale non vengano ignorati», hanno avvertito i due esperti cinesi.

Infine, sempre secondo i due studiosi, la sostituzione di piccole fattorie familiari con grandi aziende industriali, teoricamente con rigide misure di biosicurezza, potrebbe contribuire a ridurre il rischio del passaggio del virus dagli uccelli all’uomo.