Intervenuto ad Agorà, su Raitre, Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha affermato che «è evidente che ci siano dall’estero rischi di infezione da coronavirus, basta vedere quello che sta succedendo in Germania con i mattatoi. Ma questo lo sapevamo già quando si è deciso di riaprire i nostri confini. L’importante è che a livello di ogni regione sia approntato un apparato di sorveglianza tale da monitorare e migliorare l’attenzione e l’organizzazione quando arrivano turisti stranieri».

Galli ha sottolineato che «il problema è che il virus non si è affatto rabbonito e presenta una capacità di diffusione maggiore in caso di un focolaio nuovo: i nuovi infetti saranno più efficienti nel trasmettere l’infezione rispetto ai vecchi infetti, che magari da tempo coabitano con il virus».

Sempre Galli, intervistato da Repubblica, ha detto: «Non possiamo escludere una nuova ondata dall’autunno, e questo mi pare in contraddizione con la scelta della Lombardia di togliere l’obbligo all’uso della mascherina. Mi auguro che il virus sparisca, come è successo per la Sars, ma faccio fatica a crederlo».

Infine, a proposito del fatto che i nuovi contagiati sarebbero «debolmente positivi», Galli ha affermato: «Non c’è controprova. Mentre molti debolmente positivi non passano il contagio, non abbiamo la certezza che qualcuno di loro non possa trasmetterlo. Credo si debba fissare una ‘linea del Piave’: per operatori di ospedali e Rsa, i lavoratori a contatto col pubblico e quelli delle scuole, l’attività non dovrebbe riprendere prima della negatività del tampone».

Articoli correlati