Wuhan Files è il nome che la CNN ha dato a un insieme di documenti di 117 pagine che afferiscono al Centro provinciale per il controllo e la prevenzione delle malattie di Hubei, dove si trova Wuhan.

Ebbene, questi documenti dimostrerebbero che le autorità cinesi non solo hanno sottovalutato l’epidemia e mentito sui numeri ma anche hanno gestito male l’inizio della pandemia di Covid-19.

I giornalisti della CNN hanno evidenziato almeno due date che non corrispondono alla versione del governo (troppo ottimista) che già in primavera aveva suscitato alcuni sospetti sulla sua veridicità.

  • 10 febbraio 2020: la Cina segnalò 2.478 contagi a livello nazionale ma la sola provincia di Hubei ne rilevò 5.918.
  • 7 marzo 2020: il dato ufficiale delle vittime allora fu di 2.986 ma i documenti parlano di 3.456 decessi.

Altro elemento che emerge dai file, che riguardano il periodo tra ottobre 2019 ed aprile 2020, è il malfunzionamento del sistema sanitario nella provincia di Hubei che impedì che l’allarme fosse lanciato in anticipo. Già nell’ottobre 2019, infatti, si legge nel rapporto che «un’enorme carenza di personale e di fondi ha seriamente compromesso l’andamento del sistema sanitario pubblico». Il centro di prevenzione delle malattie, inoltre, viene descritto come sottofinanziato, sottoequipaggiato, senza apparecchiature e con personale demotivato e ‘burocratico’.

Inoltre, ad Hubei, all’inizio di dicembre, fu segnalata un’epidemia di influenza molto estesa, ovvero con un tasso di casi di 20 volte superiore all’anno precedente. Ora, sappiamo che i sintomi del Covid-19 sono molto simili a quelli dell’influenza, per cui tale notizia solleva non poco interrogativi. Sooprattutto perché la città più colpita non fu Wuhan ma due altre città, Yichang e Xianning, distanti rispettivamente 300 e 90 chilometri dalla capitale della provincia di Hubei.

Ora, non è certo che ci sia un collegamento con l’attuale pandemia ma uno specialista della salute in Cina, citato dalla CNN, ha affermato: «La gente andava negli ospedali per le cure, aumentando il rischi di infezione da Covid-19».

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