Alberto Zangrillo, medico del San Raffaele di Milano, intervistato dal Corriere della Sera, ha affermato: «Sono contrario al metodo della paura: ossia a spaventare i cittadini affinché reagiscano come voglio io».
Il professore, che dirige l’anestesia e la rianimazione nell’ospedale del capoluogo lombardo, ha sostenuto di essere «per dire la verità» e ha spiegato: «A maggio il virus era in ritirata, oggi è tornato a mordere, probabilmente anche per comportamenti negligenti», aggiungendo: «Con il virus dobbiamo imparare a convivere».
Secondo il medico «per almeno il 30% dei pazienti che arrivano in Pronto soccorso basterebbe una responsabile assistenza domiciliare». Per Zangrillo, infatti, «è fondamentale la diagnosi tempestiva che solo i medici di famiglia possono mettere in atto. Il segreto è prendersi la responsabilità di inviare in ospedale solo chi ne ha bisogno».
«Oggi siamo in una fase decisiva – ha detto Zangrillo – Ci vuole senso civico da parte di tutti. Ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità. Altrimenti il problema diventa di proporzioni importanti», sottolineando comunque che le terapie intensive sono «ancora sotto controllo perché la risposta alle terapie è migliore rispetto allo scorso marzo e aprile. L’esito è più favorevole».
Infine, sul coprifuoco in Lombardia, Zangrillo ha detto: «Il mio senso civico mi obbliga a obbedire, ma certe terminologie evocano scenari che non vorrei lasciare in eredità ai miei figli».
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