«Il virus dal punto di vista clinico non esiste più». Così Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, a Mezz’ora in più su Rai 3. Parole che hanno scatenato migliaia di reazioni sui social media (dividendo gli utenti in due fazioni: i pro e i contro) e soprattutto i commenti dei colleghi.

Tra questi ultimi da registrare il commento del virologo Fabrizio Pregliasco che, ai microfoni di Agorà, su Raitre, ha sottolineato che Zangrillo «ha un po’ ecceduto nei toni, nel dire che il virus non esiste più. Il rischio resta alto, dobbiamo sempre essere pronti al peggio, organizzarci e vivere con vigile serenità».

«È vero che dal punto di visto clinico abbiamo a che fare nei nostri ospedali con meno casi e con casi meno complicati – ha aggiunto Pregliasco – In una prima fase il virus ha colpito in modo più massiccio le persone più fragili e con più patologie ma è ancora da capire se ora sia davvero mutato».

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Poi, parlando della situazione in Lombardia, l’esperto ha detto: «è ora sotto controllo» ed è «oggettivamente molto migliorata». «Grazie alla sistematica adozione di test sierologici e tamponi, ora ampiamente disponibili, sono riusciti a colmare gap nella ricerca di casi, che non sono di ieri ma dei giorni precedenti».

Pregliasco, che è il direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ha promosso la decisione dell’apertura dei confini regionali a partire da mercoledì 3 giugno: «Con 2,4 casi di infezione a settimana per 10.000 abitanti. Il rischio di incontrare un infetto si è ridotto moltissimo. Ritengo fondamentale l’apertura dei confini regionali ma nell’ottica sempre dell’attenzione e di una vigile serenità rispetto al rischio di possibili focolai. Questo purtroppo lo dobbiamo tenere in conto. Ci sarebbe voluto un lockdown più lungo per arrivare a zero casi di infezione ma, era oggettivamente impossibile».

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