Si è svolta nel parco Piersanti Mattarella a Palermo la cerimonia celebrativa del 79esimo anniversario della Liberazione. Alla presenza dei vertici delle forze armate, delle forze di polizia territoriali, delle delegazioni dell’Anpi e delle associazioni combattentistiche e d’arma, e di numerosi cittadini, sono state deposte le corone d’alloro alla base dei cippi commemorativi dei martiri siciliani della Divisione Acqui e del comandante partigiano Pompeo Colajanni. Erano presenti il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Massimo Mariani. Alla celebrazione hanno aderito anche l’Associazione siciliana della stampa e la Fnsi.

Schifani: “Unità delle forze politiche è essenziale”

“Oggi è una giornata che deve unire il paese, non dividerlo. Noi siamo qui per rispettare questa data questa festa della Liberazione in momenti che ha vissuto il nostro paese estremamente tragici e delicati. Credo che l’unità delle forze politiche sia essenziale come lo è in questo momento a Palermo come nel resto del Paese”. Lo ha detto il presidente della Regione Renato Schifani a margine della celebrazione della Liberazione al parco Piersanti Mattarella a Palermo.

Mariani: “25 aprile è nascita di una nuova era”

“Il 25 aprile è la data fondante della nostra Repubblica rappresenta la cesura rispetto al passato drammatico – ha detto il prefetto di Palermo Massimo Mariani -. Passato che è stato fatto di guerra di dittatura, di intolleranza e oggi va detto anche di antisemitismo e razzismo e che ha rappresentato l’apertura di una nuova fase una nuova era, vale a dire l’era dell’Italia repubblicana e democratica. Questo dovremmo ricordarcelo. Il 25 aprile non è solamente la data di una vittoria di una fazione su un’altra, ma rappresenta soprattutto la nascita di questa nuova era. Noi dobbiamo avere la responsabilità di far sì che i valori dell’Italia fondata sulla resistenza e soprattutto su democrazia, possano essere portati avanti. Lo dobbiamo a tutti coloro che sono morti, sono stati torturati incarcerati, per costruire il paese in cui viviamo con tutte le contraddizioni, con tutti i problemi che ci sono, ma, se siamo arrivati dove siamo arrivati, lo dobbiamo a questi giovani”.

Lagalla: “Questo giorno ricorda guerra di liberazione”

“Oggi il 25 aprile ha lo stesso significato che ha dal primo anno e dal primo momento, cioè celebra e ricorda facendone memoria la liberazione dell’Italia dal nazifascismo – ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla -. Poi è chiaro che negli anni e nel tempo e a seconda delle diverse e mutevoli condizioni politiche e sociali del Paese ogni anno ha assunto delle coloriture diverse. A me piace guardare all’essenza vera di questa giornata che è quella che ricorda una guerra di liberazione e ci invita a una liberazione quotidiana quella che però non guardi ne a strumentalizzazioni né a divisioni ma all’interesse del bene comune e della gestione corretta della cosa pubblica”.

Li Castri: “Ricordiamo Vincenzo Agostino”

“Vogliamo trasmettere il senso della pace, dell’unione democratica di tutti gli antifascisti veri sinceri che si stringono attorno alla carta costituzione. In questo momento in cui nel mondo in Italia vi sono segnali chiaro scuri noi siamo fiduciosi che prima o poi si possa ricreare il clima che contraddistinse i nostri costituenti e di tutte le forze. Allora si unirono tutti socialisti, comunisti, azionisti, democratici cristiani, monarchici. Liberali tutti assieme nel segno concreto di dare una legge delle leggi all’Italia democratica. Vogliamo ricordare quei momenti. Noi auspichiamo che possa ricreare quel clima. In questa giornata ricorderemo anche Vincenzo Agostino. Nel nostro manifesto casualmente c’è una foto dello scorso 25 aprile del 2023 che lo ritrae. Casualmente è stata scelta quella foto. Purtroppo dopo due giorni abbiamo saputo della morte”. Lo ha detto Salvo Li Castri dell’Anpi Palermo.

Sorrentino: “La storia non si querela”

“Oggi facciamo una manutenzione della memoria. Non è festa celebrazione ricordo per andare avanti e per difendere la costituzione, la democrazia che è stata conquistata con il sangue – spiega Armando Sorrentino, vice presidente Anpi Palermo -. E non possiamo dimenticarlo la storia non si querela, la si studia, la si elabora per l’avvenire. Questa festa è divisiva perché ci sono delle forze politiche che non hanno fatto la costituzione e non la amano e vogliono di fatto cambiarla. Di questo noi siamo consapevoli e bisogna assumersi una responsabilità nei prossimi mesi di altissima livello e di grande impegno tra autonomia e premierato lo stato di potrà spaccare e perdiamo garanzie poteri e diritti. Sono fiducioso che le future generazioni saranno sotto il segno del 25 aprile. Dovremmo fare del 25 aprile quello che è il 14 luglio per i francesi. Credo che quest’anno ci sia una maggiore partecipazione a questa celebrazione soprattutto nei paesi. C’è un proliferare di iniziative a sostegno del 25 aprile. A Misilmeri, Villabate San Giuseppe Jato e Piana degli Albanesi, si è riscoperta questa data. Penso sia un messaggio”.

Terranova: “Palermo è antifascista”

“Palermo è antifascista. E’ contro la guerra in Ucraina e contro il massacro in Palestina”. Lo ha gridato al parco Piersanti Mattarella a Palermo Ottavio Terranova presidente dell’Anpi Palermo nel corso della celebrazione per la Liberazione, davanti ai politici presenti e ai rappresentanti delle forze dell’ordine. “Il 25 aprile quest’anno ha un valore più importante perché ricordiamo che grazie alla lotta di resistenza abbiamo avuto 80 anni di pace. E in questo momento si parla di guerra. Per cui stiamo dedicando questa giornata alla pace – ha aggiunto Terranova – L’Italia è una repubblica che ripudia la guerra e noi non possiamo impegnarci per raggiungere la pace, ma non attraverso le armi che vengono fornite e che garantiscono grossi guadagni a che le fabbrica, noi vogliamo gridare forte ai governanti una trattativa di pace. Io la guerra l’ho vissuta e Palermo era completamente distrutta e ricordo bene quello che ha significato la ripresa di una vita normale per una famiglia come la mia composta da 10 figli. Con gli americani le cose non migliorarono perché la Sicilia era stata liberata da coloro che alle falde dell’Etna hanno cacciato via i tedeschi con le armi in pugno. Gli americani, vennero, occuparono, garantirono che potesse esserci una certa libertà, ma la loro presenza ha creato cose brutte che dopo una guerra succedono, il mercato nero, il banditismo, la delinquenza, l’accordo con la mafia. Un accordo che consentì agli americani di conquistare la Sicilia e mantenere il controllo della regione”.