Ricorre oggi il 34esimo anniversario dell’omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia a Palermo assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.

Molte le iniziative per ricordare il generale dell’Arma che rimase nel capoluogo siciliano solo 100 giorni.
A partire dalle 9, tra Porta Nuova e i Quattro Canti, si svolgerà la “Festa dell’Onesta”, iniziativa promossa dall’Associazione Cassaro Alto, con il contributo di Confcommercio Palermo e il patrocinio della Città metropolitana e del comune che co-organizza l’iniziativa con circa 50 eventi in programma tra presentazioni di libri, concerti, laboratori per bambini e incontri per ricordare il sacrificio di via Isidoro Carini.

Proprio in via Carini, dove fu ucciso Dalla Chiesa, alle 9,30, si è svolta la cerimonia di commemorazione con la deposizione di una corona di fiori, alla presenza del presidente del Senato Piero Grasso.
Al termine si svolgerà la Santa Messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari all’interno della caserma dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa. Infine, alle 12.45 in Cattedrale si svolgerà la cerimonia di svelatura di una lapide dedicata al prefetto.

“Non credo di partecipare a una passerella. La mia è una partecipazione sentita che avviene da 34 anni nonostante le funzioni diverse ricoperte. Credo che sia un modo per invitare gli altri palermitani, gli altri siciliani e gli altri italiani a riflettere, seppure per un giorno”, ha detto Pietro Grasso ai giornalisti che gli chiedevano se le commemorazioni delle vittime di Cosa nostra non rischiano di essere semplici passerelle.

“Le figure dei nostri morti, tutti, mi accompagnano sempre – ha aggiunto -. Rimangono sempre pietre miliari nella mia vita, mi aiutano ad andare avanti in quello che cerchiamo di fare per questo Paese e per la Sicilia”.

Alle 16.45 in Corso Vittorio Emanuele sarà deposto un mazzo di fiori presso il cippo da parte di un gruppo di bambini.
Alle 17 nel Sagrato della Cattedrale l’esibizione della fanfara dei Bersaglieri. Alle 18, sempre nel Sagrato della Cattedrale, si terrà un incontro con l’europarlamentare Caterina Chinnici, seguirà alle 20 una tavola rotonda col sindaco Leoluca Orlando e Nando Dalla Chiesa, figlio del generale. Alle 21.00 sarà proiettato un filmato su Dalla Chiesa.
Quindi la lettura della preghiera del carabiniere, il silenzio fuori ordinanza e l’esibizione della fanfara dei carabinieri.

Il giorno seguente la strage di via Carini, nella stessa via venne affisso un cartello con la scritta: “Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”.

Questo fu un ultimo omaggio che il popolo del capoluogo siciliano volle dare al generale, in ricordo delle sue battaglie contro cosa nostra.

La strage fece scalpore anche per le modalità “militari” con cui venne eseguita: Dalla Chiesa e sua moglie vennero infatti colpiti con un Kalashnikov AK 47, arma da guerra.

Nando Dalla Chiesa, intervenuto ieri a un convegno a Palermo ha detto: “Sulla morte di mio padre ci sono ancora misteri, ma così come in di altre tristi vicende della storia d’Italia e non solo di mafia. Di tante vicende non si riesce ad avere una perfetta conoscenza Nella storia d’Italia però si riesce bene a collocare l’omicidio di mio padre. Aveva ben presente la sua sovraesposizione. C’erano stati tanti uomini delle istituzioni caduti nella lotta alla mafia. Persone sole. Lui doveva sconfiggere la mafia dopo l’omicidio di Pio La Torre: era visto come un corpo estraneo e ritenuto pericoloso”.

“A trentaquattro anni dalla barbara aggressione di via Isidoro Carini, rendo commosso omaggio alla memoria del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo. Il prefetto Dalla Chiesa, pur consapevole dell’altissimo rischio cui si esponeva, ha portato avanti con tensione morale e determinazione un’efficace lotta alle organizzazioni terroristiche e mafiose, animato dalla ferma volontà di sconfiggere la minaccia criminale allo Stato di diritto e alle Istituzioni”. Lo si legge in un messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Il ricordo delle vittime di quel vile assassinio e di tutti gli attentati che hanno segnato con lutti e sofferenze la storia del nostro Paese – continua Mattarella – deve vivere nell’agire quotidiano di istituzioni e cittadini, accomunati dall’impegno a contrastare, con atti concreti e ovunque si annidi, il terribile male della violenza, della sopraffazione, della mafia, del terrorismo“.

“È necessario far prevalere la cultura dei diritti e del rispetto delle regole, e sostenere la coraggiosa azione di coloro che sono in prima linea a difesa dei valori di giustizia e di legalità, garanzia irrinunciabile di libertà e di convivenza democratica. Con questo spirito – conclude il Presidente della Repubblica – rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo la solidale vicinanza mia e della Repubblica”.