Sono 35 i milioni di euro assegnati ai 55 distretti socio sanitari siciliani per finanziare interventi sul welfare attraverso i piani di zona. Il piano di riparto è stato approvato questa mattina dall’assessorato regionale alla Famiglia guidato da Antonio Scavone. Il contributo maggiore andrà alla Città metropolitana di Palermo che avrà 5 milioni, a seguire Catania con 2,2 milioni e Messina 1,5 milioni.
Progetti per il contrasto al disagio
“Con queste risorse i distretti sono chiamati a realizzare azioni volte al rafforzamento, sia dei servizi nell’area dell’infanzia e dell’adolescenza, con particolare attenzione ai minori che vivono in condizioni di grave disagio – dichiara l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone -, sia delle politiche sociali territoriali in favore degli anziani, per contrastare soprattutto le conseguenze socio-economiche determinate dalla pandemia attraverso servizi di assistenza domiciliare e interventi volti a promuovere l’invecchiamento attivo”.
Rafforzamento dei centri per la famiglia
Gli ambiti di intervento tengono conto delle direttive nazionali e prevedono una quota del 50% delle risorse Fnps all’area minorile. “In particolare gli interventi riguarderanno il rafforzamento dei centri per la famiglia – Segretariato Sociale – continua l’esponente del governo Musumeci – il sostegno alla genitorialità attraverso il Servizio di Mediazione familiare – Spazio Neutro – supporto alle famiglie e alle reti familiari, i servizi e sostegni socio-educativi nelle scuole attraverso interventi co-gestiti con gli insegnanti delle scuole medie inferiori per favorire l’inclusione sociale dei minori con disabilità, i servizi di educazione domiciliare in favore delle famiglie con figli minori, soprattutto nei primi anni di vita, il potenziamento dei centri con funzione socio-educativa e ricreativa”.
Il diritto dei minori
Il governo regionale vuole soprattutto affermare un principio con questo piano: “Questo ulteriore intervento – conclude Scavone – conferma l’obiettivo di sostenere il nucleo familiare in particolari condizioni di fragilità, riaffermando il diritto del minore di crescere nell’ambito del proprio nucleo familiare”.
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