Ammontano a 82 milioni di euro le multe per violazione al codice della strada e per violazione al limite massimo di velocità che il Comune di Palermo non ha riscosso. E il dato riguarderebbe solo il 2019. A fronte di quasi 94 milioni, solo il 12 % delle multe è stato pagato all’ente. Un vero e proprio tesoretto che di certo non farebbe male alle casse comunali. Come riporta il Giornale di Sicilia, gli 82 milioni non riscossi andranno a gonfiare ancora di più il fondo dei crediti di dubbia esigibilità

A Palermo, insomma, le multe non le paga nessuno se non il 12 %. Un fatto che penalizza il Comune su due fronti. Oltre al fatto che non vengono incassate somme importanti, infatti, l’equivalente di tutto ciò che non si incassa, essendo messo come posta di entrata in bilancio, secondo il regolamento di contabilità deve essere accantonato dalle amministrazioni. Questo serve a evitare l’esplosione della spesa pubblica, ma al contempo ha l’effetto di paralizzare le risorse che così facendo ammuffiscono nel Fdce.

Il caso delle multe non pagate dalla stragrande maggioranza degli automobilisti emerge dalla relazione del collegio dei revisori dei conti al rendiconto. Secondo la relazione, l sanzioni per violazione del codice della strada nel 2019 ammontano a 49 milioni 223 mila euro. Solo il 28%, pari a 13,7 milioni. Il resto, con la scadenza dei termini ufficiali di pagamento e l’applicazione delle altre sanzioni per ritardi, gonfia a 93 milioni 888 milioni. Ma aumentando la multa, aumenta diminuisce la percentuale di riscossione. Alle casse del Comune di Palermo, sommando anche i residui degli anni precedenti, mancano all’appello 182 milioni che si sommano al fondo dei crediti di dubbia esigibilità che ammonta a 842 milioni, di cui però 307 milioni devono ancora essere versati.

Ma non sono solo le multe non pagate il problema. Nella relazione dei revisori  compaiono altre criticità, come il mancato gettito della tassa sui rifiuti, fitti attivi e dei canoni patrimoniali. Altro punto riguarda la gestione dello stadio. Il Comune dal 2014 al 2018 “non ha riscosso canoni per complessivi 4 milioni e 68 mila euro. E non risulta – attaccano i tre professionisti che compongono l’organo di controllo – che gli uffici abbiano intrapreso attività giudiziaria per la riscossione dei crediti maturati. Le attività di recupero si riferiscono ad alcune note di sollecito trasmesse a mezzo posta elettronica ma non certificata”.

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