La start-up siciliana Amed s.r.l. (Advanced Medical Engineering Devices srl) dell’università degli Studi di Palermo ha vinto l’edizione 2019 del Premio Innovazione 4.0 col progetto dal titolo “Stent-graft fenestrato e nuovo dispositivo di rilascio in stampa 3D”.

Il lavoro si è classificato primo nella categoria “start-up” e secondo nella categoria “votati dal pubblico” tra 46 finalisti provenienti da tutta Italia, dopo una preselezione di oltre 300 progetti. La start-up è stata creata dal dottor Felice Pecoraro, ricercatore universitario e medico nel reparto di Chirurgia vascolare al policlinico di Palermo e da due ingegneri, Massimiliano Zingales ed Emanuela Bologna.

La cerimonia di premiazione, supportata da Leonardo Company e Talent Garden, si è svolta oggi presso l’Innovation Point della fiera A&T-Automation & Testing, a Torino. AMED s.r.l. ha come obbiettivo la ricerca e lo sviluppo per la produzione di dispositivi biomedici innovativi basati sull’impiego di tecnologie all’avanguardia ed è nata con l’obiettivo di produrre uno stent-graft innovativo e personalizzato specificatamente per l’anatomia del singolo paziente grazie alla stampa in 3D. Lo stent-graft, a cui è stato dato il nome di Aneuris, già brevettato, consentirà il trattamento dell’aneurisma aortico anche in presenza di coinvolgimento delle ramificazioni laterali.

L’innovazione di Aneuris riguarda anche il dispositivo di rilascio che modifica la metodica di trattamento semplificandola e riducendo i tempi di intervento da 4 ore a un’ora. Contemporaneamente AMED s.r.l. propone un secondo prodotto, Cranitech, per l’autosostentamento nei primi due anni di sviluppo del progetto Aneuris.

Anche Cranitech è una protesi personalizzata. Sarà realizzata in titanio trabecolato con la medesima tecnica di stampa 3D. Grazie ad una struttura trabecolare interna, studiata con algoritmo numerico per cui Amed è in corso di brevetto, consente di superare l’attuale limite delle protesi per cranioplastica. In particolare incrementerà la capacità di osteointegrarsi e conseguenzialmente determinerà una riduzione dei tempi di recupero del paziente, riduzione dei costi di degenza per le strutture sanitarie e migliorerà la qualità della vita dopo l’intervento