Ha subito scaldato il confronto politico e sociale a Termini Imerese l’ordinanza, numero 120, emanata dal commissario prefettizio, Antonio Lo Presti, che prevedeva la riapertura dei mercatini, in seguito alla revisione dei codici Ateco introdotta dal decreto del Premier Conte che avviava la nazione verso la Fase 2 che dovrà, di fatto, fare ripartire l’Italia.

I consiglieri del gruppo “Patto per Termini” hanno subito scritto una lettera con la quale chiedevano se con la riapertura vi fossero o meno le condizioni di sicurezza degli avventori e dei venditori e se in un periodo di ristrettezze economiche il consentire a esercenti provenienti da fuori città non avesse contribuito a dare un’ulteriore batosta all’economia locale già in crisi.

Sui social si è subito acceso il dibattito che ha visto l’intervento sia della gente, sia degli imprenditori locali, oltre che dei politici termitani.

Ieri in serata il commissario prefettizio ha emanato una nuova ordinanza a parziale revoca di quella promulgata precedentemente. Col documento si consente il solo svolgimento del Mercato del contadino.

“Con la ordinanza numero 120  mi sono attenuto alle disposizioni impartite dal governo nazionale – esordisce il commissario prefettizio Antonio Lo Presti – sentito successivamente il parere degli uffici ho revocato, in parte, il provvedimento, limitandomi a consentire lo svolgimento del Mercato del contadino che è, dal punto di vista logistico, facilmente sorvegliabile. Il luogo, in cui oggi si è svolto il mercato, ha un solo punto d’accesso che è stato recintato e presidiato costantemente dai vigili urbani e dalle altre forze dell’ordine che hanno regolamentato gli accessi degli avventori che tra l’altro, probabilmente perché restii all’uscire da casa, non sono stati numerosi”.

Quella che ieri sembrava essere una protesta pronta a sfociare nella polemica è stata in tale maniera subito fermata.

“Purtroppo per ora, viste le restrizioni che ci costringono a non poter frequentare i luoghi pubblici, i confronti con le diverse compagini politiche sono molto ridotti – conclude il commissario – è giusto che ognuno di noi possa manifestare il proprio pensiero e quindi comprendo la protesta, presto però ci troveremo ad un bivio e dovremo scegliere se fare ripartire o meno la nostra economia“.