- Tancredi “Chiusura alle 22 sta uccidendo imprese e vita sociale”
- “Se il governo non dovesse ascoltarci, chiediamo a Musumeci disobbedienza civile”
- “Non servono limitazioni della libertà ma più vaccini”
“Il coprifuoco va abolito. Chiediamo al presidente Musumeci di farsi portavoce con il governo nazionale di questa nostra richiesta”. Lo afferma Sergio Tancredi, deputato regionale di Attiva Sicilia.
“In Sicilia – prosegue Tancredi – la chiusura alle 22 è incompatibile con qualsiasi attività economica, scoraggia le prenotazioni turistiche e le attività ristorative. Il coprifuoco sta dando il colpo di grazia alle nostre imprese e sta uccidendo la nostra vita sociale”.
“Se non ascoltati da Roma, chiediamo a Musumeci disobbedienza civile”
E continua: “Non servono limitazioni della libertà ma più vaccini, informazione, dialogo e controlli. Qualora Roma non ci ascolti chiediamo al presidente Musumeci di attuare una forma di disobbedienza civile e decretare la fine di questa misura inutile e dannosa per la nostra Regione. Anche alla luce del calo di tutti gli indicatori pandemici questa misura non ha più ragione di esistere. A chiederlo sono anche altre regioni del Sud”.
Presidente conferenza Regioni è ottimista
Intanto, il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, si dice ottimista per una revisione, a breve, del coprifuoco e su possibili riaperture.
“Lunedì valuteremo le proposte che arriveranno dalla cabina di regia del governo – ha detto Fedriga – come Conferenza delle Regioni abbiamo espresso un parere sul decreto che oggi è in vigore, non era scontato che si decidesse di rivedere il coprifuoco, quindi un passo in avanti è stato fatto”.
“Cambiare il coprifuoco il primo giugno? Si può anticipare”
“Cambiare il coprifuoco il primo giugno? Penso si possa anticipare – ha aggiunto –. Se passiamo dalle 22 alle 23 lo vedo come passo avanti, e non escludo si possa arrivare alle 24 entro maggio. La Conferenza delle Regioni ha fatto un documento molto preciso sulle riaperture, stiamo cercando di tenere un equilibrio tra salute ed economia, trovare la connessione tra istituzioni e cittadini serve a dare delle risposte per combattere la pandemia, si vince se c’è una condivisione”.
Sicilia in zona gialla da lunedì
La Sicilia da lunedì passa in zona gialla. Lo comunica il presidente della Regione Nello Musumeci, dopo aver sentito il ministro della Salute Roberto Speranza.
Musumeci invita a tenere alta la guardia
“Dopo tante sofferenze si torna finalmente a respirare – commenta il governatore – e provo gioia soprattutto per gli operatori economici, coloro cioè che più hanno finora sofferto. Teniamoci caro questo risultato, con senso di responsabilità e con il rispetto verso le norme di prevenzione. La battaglia finale si vince solo quando tutti i siciliani si saranno accostati al vaccino”.
Cosa si può tornare a fare con la zona gialla
La zona gialla che finalmente raggiungiamo, però, è un po’ meno permissiva del passato. Tornano ad essere sempre consentiti gli spostamenti in entrata e in uscita dal territori ma fino al 15 giugno, però, è possibile tra le 5 e le 22 un solo spostamento una volta al giorno verso un’abitazione privata, in un massimo di 4 persone oltre ai minori di 14 anni conviventi.
Le riaperture
Riaprono i ristoranti e pub mentre a gelaterie, pasticcerie torna ad essere consentito il consumo al tavolo. Resta vietata, dunque, la consumazione al banco nei bar. Per tutti i tavolini devono essere esclusivamente all’aperto, anche a cena, nel rispetto degli orari del coprifuoco che resta, dunque con chiusura alle 22, e dei protocolli di sicurezza.
L’apertura dei locali al chiuso, solo a pranzo, al momento è invece fissata dal decreto all’1 giugno.
Senza limiti orari, infine, la ristorazione negli alberghi e nelle strutture ricettive. Riaprono i musei e sarà possibile assistere agli spettacoli in sale teatrali, sale da concerto, cinema e in altri locali o spazi anche all’aperto.
È obbligatoria la prenotazione dei posti a sedere e il rispetto di un metro di distanza tra gli spettatori. La capienza non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata e comunque non possono esserci più di mille spettatori all’aperto e 500 al chiuso. Si torna a fare qualsiasi tipo di sport all’aperto, anche di squadra e di contatto, ma senza poter utilizzare gli spogliatoi. Riaprono le piscine all’aperto mentre per le palestre bisognerà aspettare l’1 giugno. Possono aprire anche gli stabilimenti balneari
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