E’ stato assolto dal giudice per l’udienza preliminare Roberto Riggio con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Si chiude il processo per Giuseppe Montalto ex consulente della Regione finito sotto processo per violenza sessuale. La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni e mezzo di carcere.
I fatti risalgono al 2016. Allora Montalto era il segretario particolare dell’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio. Ed è in assessorato, secondo le ipotesi di reato avrebbe “costretto con violenza” una dipendente “a compiere e subire atti sessuali”. Un reato aggravato per due motivi.
Primo, perché avrebbe approfittato del fatto che nessuno sarebbe potuto entrare nella stanza a cui si accedeva solo aprendo la porta elettricamente dall’interno. Secondo, perché l’indagato avrebbe abusato delle “sue relazioni di ufficio con la persona offesa”. Nell’avviso di conclusioni indagini si leggeva che: “Bloccando fisicamente la persona offesa contro la porta e poi dietro la scrivania, afferrandole la mano destra nel tentativo di portarla sui propri organi genitali”. Nel frattempo le diceva: “Toccami, toccami, sto morendo dalla voglia…”.
Il racconto della donna era dettagliato e accompagnato da alcune registrazioni che la stessa aveva fatto con il suo cellulare all’insaputa dell’imputato.
E sono state proprio le registrazioni a fare, però, emergere una realtà, secondo i legali della difesa, gli avvocati Raffaella Geraci e Roberto Tricoli, diversa da quella ricostruita dalla Procura. La donna avrebbe mostrato il seno all’imputato, in un contesto di ammiccamenti già iniziati da tempo.
Fra i due c’era un rapporto di amicizia consolidato che sarebbe proseguito anche dopo la denuncia come emerge dalla perizia disposta dal giudice.
La difesa ha inoltre smentito che la presunta vittima fosse finita in trappola in una stanza da cui non si poteva uscire. Dalle indagini è emersa l’esistenza di quattro porte apribili facilmente dall’interno. L’episodio che l’imputato ha sempre negato è quello della masturbazione.
Alla fine il giudice Riggio ha assolto Montalto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Solo la motivazione potrà chiarire il percorso adottato dal giudice ma sin d’ora appare chiaro dalla formula stessa che non si sarebbe trattato di atti violenti e di costrizione.
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