La tentata violenza sessuale si sarebbe consumata nel marzo dello scorso anno in un istituto tecnico del quartiere Resuttana-San Lorenzo di Palermo.

Questi i fatti: durante una lezione una studentessa, all’epoca 14enne, avrebbe chiesto all’insegnante di uscire dall’aula per andare in bagno. Nei corridoi dell’istituto, avrebbe incontrato il bidello, che l’avrebbe trascinata con la forza in uno stanzino, bloccando la porta con un piede e palpeggiata tentando di violentarla.

Il collaboratore scolastico – secondo la Procura – non sarebbe riuscito a portare a termine l’ abuso sessuale, solo perché la ragazza si sarebbe difesa, sferrandogli anche dei calci, e sarebbe riuscita a scappare.

Il bidello, che ha 66 anni, adesso è stato rinviato a giudizio dal gup Walter Turturici, nonché sospeso per nove mesi dal lavoro. Il giudice ha accolto integralmente le richieste del sostituto procuratore Francesca Dessì, che ha coordinato le indagini. Il processo per il bidello, che dovrà rispondere di violenza sessuale su minore, aggravata dal fatto che sarebbe avvenuta all’interno di una scuola, inizierà il 15 giugno davanti alla seconda sezione del tribunale.

L’uomo nega ognuna delle accuse che gli vengono addebitate. Sentiti durante le indagini anche i compagni e l’insegnante della presunta vittima, colei che le aveva dato il permesso di andare in bagno. Al ritorno in classe, la giovane era subito apparsa visibilmente scossa: di fronte alle insistenti domande di prof e compagni, era scoppiata in lacrime raccontando quanto le era successo.

A sporgere denuncia è stato il padre dell’adolescente. Il bidello, in base alla testimonianza della stessa presunta vittima, non avrebbe mai avuto comportamenti simili né in passato né nei confronti delle sue compagne di scuola.
Il dirigente dell’istituto tecnico aveva preso subito dei provvedimenti. L’uomo prima era stato ‘mandato in ferie’ e poi era stato trasferito in un’ altra scuola superiore.

Durante l’udienza preliminare, il pm ha non solo chiesto il rinvio a giudizio del collaboratore scolastico, ma anche che gli venisse applicata una misura interdittiva. Il gup ha accolto entrambe le richieste.

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