“Fino a ieri erano soltanto rumors e lo ritenevo stupefacente, solo fantapolitica. Ma oggi, dopo aver letto le sue parole virgolettate, sono basito, incredulo e perfino disgustato”.
Non usa mezzi termini il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, commentando l’intervista di Caterina Chinnici con cui conferma il passaggio a Forza Italia. Barbagallo è stato l’artefice della sua candidatura alla Presidenza della regione ed ha sostenuto la Chinnici anche dopo la spaccatura con i 5 stelle.
L’addio che colpisce
L’addio di Caterina Chinnici dopo quasi due legislature al gruppo dei Socialisti e democratici europei colpisce. Figlia di Rocco, che diede vita al pool Antimafia e fu ucciso da Cosa Nostra nell’83, è un simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Lei sa che ferita rappresenta per il Pd e ripete: “Io ero una indipendente, lo sono e lo sarò sempre e così ho deciso di aderire al Ppe, nella delegazione di Forza Italia”.
Non si da pace Barbagallo
“Apprendere a mezzo stampa di una scelta così complessa e delicata senza prima interloquire direttamente, non dico riservatamente, innanzitutto con il partito che le ha consentito di fare due legislature europee e che l’ha scelta come candidata alla presidenza della Regione siciliana, è innanzitutto una caduta di stile che non mi aspettavo da una persona come Caterina Chinnici, che dell’etica e della correttezza ha sempre fatto un biglietto da visita irrinunciabile”.
Il Pd ci ha creduto secondo Barbagallo
“In Chinnici la base del partito in Sicilia ha creduto e lo ha dimostrato facendole vincere le primarie -prosegue il segretario del Pd siciliano -. E comprendo la delusione di chi, tra noi dirigenti, militanti e sostenitori, oggi si sente tradito da una scelta simile per approdare poi, non in partito di centro moderato qualunque, ma proprio in quello di Berlusconi, Dell’Utri e D’Alì: il primo indagato a Firenze, gli altri due condannati per reati gravissimi di mafia”.
“Proprio lei, figlia di Rocco, il fondatore del pool antimafia ucciso con una autobomba da Cosa nostra nel partito di chi andava a braccetto con i Graviano – insiste Barbagallo – Proprio lei, che dal PD aveva preteso e ottenuto l’esclusione dalle liste non solo di imputati ma anche degli indagati”.
Commenta con Facebook