È una ‘battaglia’ per i diritti civili, anche di chi ha sbagliato ma merita una seconda opportunità. Una battaglia non violenta, basata sui principi della satyāgraha di concezione gandhiana. A condurla, in questo momento, molte persone, che chiedono una amnistia svuota carceri che possa riportare gli istituti penitenziari italiani ad una condizione di normalità e vivibilità. L’arma di questa battaglia è lo sciopero della fame a staffetta.
Ad aderire all’iniziativa anche il comitato transpartito Esistono I Diritti, il cui presidente è l’energico e risoluto Gaetano D’Amico.

Lo scopo del digiuno a staffetta

Il comitato ha aderito alla campagna promossa dal gruppo Bellezza Radicale con il sostegno dell’associazione Nessuno tocchi Caino. L’iniziativa, partita a metà agosto, tende a sostenere la proposta di legge Giachetti che mira a modificare il sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti. La proposta di legge prevede l’innalzamento della detrazione da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata. Giachetti ha sottolineato l’urgenza di questa misura per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario in Italia.

“Intollerabili condizioni di detenzione”

Alla campagna hanno già aderito anche 35 persone iscritte al comitato Esistono I Diritti, tra i quali molti esponenti politici e della società civile, personalità del mondo dello spettacolo e della cultura e padre Gianni Notari, teologo e gesuita. Padre Notari ha dichiarato: “Con la testimonianza non violenta del digiuno lanciamo l’allarme sul sistema penitenziario italiano. Sono intollerabili le inumane condizioni di detenzione. La politica abbia il coraggio di fare scelte che tutelino la dignità della persona”.

Cosa si chiede con l’iniziativa e l’amnistia

“Noi chiediamo – spiega a BlogSicilia Gaetano D’Amico -, a chiunque voglia unirsi a noi, e ogni giorno arrivano nuove adesioni, l’amnistia e il sostegno alla proposta di legge Giachetti per la scarcerazione anticipata dei detenuti che hanno commesso reati minori. Dalla nascita della Repubblica al 1990, l’amnistia è stata concessa in media ogni 3 anni. Tuttavia, dal 1990, non è stata più concessa alcuna amnistia. La popolazione carceraria è in continuo aumento, è passata da circa 30mila detenuti del 2006 a circa 62mila detenuti del 2024, e gli istituti penitenziari sono sempre più fatiscenti ed inadatti ad accogliere chi deve scontare una pena”.

I suicidi in carcere

A motivare l’iniziativa è soprattutto una drammatica evidenza: dall’inizio dell’anno, in Italia, 69 detenuti si sono tolti la vita in cella. Come si legge sul sito internet radicali.it, “il sovraffollamento carcerario medio è del 140 per cento, con picchi di oltre il 180 per cento, come a Regina Coeli”. A ciò bisogna aggiungere “cronica mancanza di personale di sorveglianza, ma anche di supporto medico, educativo e psicologico. E ancora: “Da militanti iscritti al Partito Radicale e Nessuno Tocchi Caino, componenti il gruppo di Bellezza Radicale, non possiamo rimanere in silenzio, inerti, con le mani in mano, in attesa che qualcosa accada”.

Infine l’appello: “Chiediamo a chiunque ritenga che quanto descritto sia una questione di prepotente urgenza di unirsi a questa iniziativa, che vuole muoversi al di là delle tessere di partito o di qualsivoglia associazione”.
Condizioni di detenzione dunque oltre il tollerabile, così come intollerabili sono le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari, tanto che, 7 di loro, quest’anno, si sono suicidati. “Digiuniamo un giorno ciascuno – conclude D’Amico – chiedendo con forza che i detenuti non vengano abbandonati a se stessi. Siamo molto speranzosi, anche perché Gianfranco Miccichè, che è iscritto al comitato, si è impegnato a intervenire in aula all’Ars a meta settembre su questo tema, che ci sta molto a cuore”.

Le adesioni in Sicilia

Come detto, ad aderire alla campagna dello sciopero della fame a staffetta sono stati in tanti. Tra questi, solo per citarne alcuni, anche Pino Apprendi, garante comunale per i diritti delle persone detenute della città di Palermo, Totò Cuffaro, membro del consiglio generale di Nessuno tocchi Caino, gli artisti Marco Feo e Alessandro Ienzi, Giorgio Bisagna, presidente di Antigone Sicilia, associazione in prima linea, dagli anni Ottanta, per la tutela dei diritti nel sistema penale.

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