“Nuova aggressione a un agente di polizia penitenziaria nel carcere Maresciallo Di Bona, ex Ucciardone, a Palermo. Lo rende noto il vice segretario regionale Cnpp Maurizio Mezzatesta.

La ricostruzione

“L’aggressione – racconta il sindacalista – è avvenuta alla nona sezione, dove un detenuto di origine Italiana, per futili motivi, pretendeva senza aspettare un solo minuto di parlare con l’ispettore coordinatore della sezione, nell’attesa ha pensato bene di aggredire violentemente l’agente spingendolo cercandolo di farlo cadere per terra. L’intervento tempestivo di altro personale ha scongiurato che la situazione degenerasse. Ormai ci siamo abituati, purtroppo non è la prima volta che alla nona Sezione assistiamo a questi episodi”.

Nella stessa sezione, a febbraio, due detenuti avevano sottratto le chiavi all’agente di servizio dirigendosi presso l’ufficio del personale impossessandosi di alcuni oggetti tra di cui un estintore. “Il Cnpp non sta a guardare, – aggiunge il sindacalista – invierà l’ennesima nota di protesta agli organi superiori dell’amministrazione penitenziaria regionale, nonché alle autorità locali in merito al dilagante fenomeno delle aggressioni al personale di polizia in servizio negli istituti che oltre alla carenza di organico, i carichi di lavoro insostenibile, il prolungamento dell’ orario di servizio, gli accorpamenti deve anche subire le aggressioni fisiche e verbali dei detenuti”.

Altra aggressione in carcere

Ieri mattina, un detenuto, già sottoposto a regime del 14 bis (al quale vengono sottoposti i reclusi che col loro comportamento mettono in crisi la sicurezza della struttura, ovvero con violenza e minaccia impediscono l’attività degli altri detenuti e si avvalgono dello stato di soggezione degli stessi nei loro confronti), ha aggredito un agente addetto alla vigilanza della sezione, cercando d’impossessarsi delle chiavi, al fine di liberare tutti gli altri detenuti.

“L’agente, al quale va la nostra solidarietà, è riuscito ad evitare il peggio, proteggendo le chiavi e dando l’allarme, nonostante sia stato violentemente strattonato, tanto da essere stato refertato presso il locale pronto soccorso. Solo grazie al pronto intervento dell’ormai esiguo personale presente – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del SAPPe e Damiano Bellucci, segretario nazionale – è stato scongiurato il peggio, essendo gli agenti riusciti a riportare il detenuto alla calma e a ripristinare la sicurezza all’interno della sezione detentiva.

Purtroppo, il carcere di Rossano non è nuovo a questi episodi, riconducibili ad aggressioni al personale che, puntualmente, non sono seguiti da un necessario trasferimento del detenuto violento. Infatti, negli ultimi mesi, più volte sono stati posti in essere atti di violenza contro il personale di polizia penitenziaria che si ritrova a dover gestire il detenuto resosi protagonista di tali episodi. Altro grave problema del carcere di Rossano è dato dalla presenza dei detenuti affetti da problemi psichiatrici, circa 80, di cui 20 considerati abbastanza gravi, nonostante non sia presente un’articolazione territoriale di salute mentale per la gestione degli stessi. Tra l’altro, ci riferiscono che nello stesso istituto lo psichiatra fa due accessi a settimana, assolutamente insufficienti per seguire i detenuti che ne avrebbero bisogno. Tale problema sussiste ormai dalla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, allorquando tutto il disagio si è riversato nelle carceri, compresi, a volte anche i soggetti prosciolti per incapacità di intendere e di volere che, se in custodia cautelare, continuano a permanere in carcere”,  hanno concluso

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