E’ il giorno della mobilitazione nazionale degli agricoltori. Lavoratori ed imprenditori del settore primario hanno deciso di protestare contro le politiche europee e nazionali che riguardano il settore, nonchè per la progressiva desertificazione giovanile che sta interessando i territori rurali. Sono attese manifestazioni in tutta Italia. Non fa eccezione la Sicilia, dove ci si aspetta diverse presidi sui territori dell’Isola.

Le proteste in Sicilia

Con riguardo alla Sicilia, al momento si registra un flop del sit-in previsto presso la Prefettura di Palermo. La manifestazione doveva iniziare alle 8, per poi proseguire durante l’intero arco della mattinata. I manifestanti sono arrivati intorno alle 9.45 a causa di problemi nell’autorizzazione della presenza di un trattore. Intanto, sono in programma presidi a Marianopoli (CL) e ad Enna. Un corteo di agricoltori con trattori al seguito si sta radunando in quel di Sciacca (TP). Proteste che proseguiranno anche durante la settimana. I manifestanti hanno infatti annunciato per mercoledì un nuovo corteo in provincia di Trapani, mentre giovedì toccherà al territorio di Agrigento.

Agricoltori in piazza, presidi partiti da inizio anno

Una mobilitazione che si muove sulla scia di quanto sta avvenendo in Francia e in Germania e che è iniziata nei territori della provincia, con i presidi di Bolognetta e Poggioreale. Prime scintille a cui è seguita una riunione a ranghi compatti tenuta ad Enna. I manifestanti hanno serrato i ranghi al grido di “La Sicilia alza la voce”. Slogan mostrato durante la marcia tenuta questo weekend sulla strada statale Palermo-Sciacca, nel tratto compreso nel territorio di Poggioreale. Circa un centinaio i mezzi (trattori in particolare) che hanno marciato a velocità ridotta sullo scorrimento veloce.

Le ragioni della protesta

Fra i motivi di dissenso, secondo i manifestanti, vi sono “le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Siciliana che favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani”.

Notizia in aggiornamento