Gli agricoltori siciliani alzano la voce. Nuova giornata di mobilitazioni in tutta l’Isola per lavoratori ed imprenditori del settore primario. Sulla scia di quanto sta avvenendo a livello nazionale ed europee, il movimento isolano continua a puntare il dito sulle recenti politiche UE e nazionali in materia di coltivazione ed allevamento. Così come avvenuto ieri, anche oggi gli agricoltori hanno marciato con i propri trattori. Ad essere coinvolta la SS626 Caltanissetta-Gela, nel tratto fra Pietraperzia (EN) e ponte Capodarso (EN). Presidi ad Agrigento e Modica (RG). Alle 14 è poi attesa una nuova mobilitazione di trattori ad Augusta (SR).
Trattori bloccano la Palermo-Sciacca, presidi ad Agrigento e Modica
Al grido di “La Sicilia alza la voce”, i manifestanti si sono dati questa mattina appuntamento in provincia di Enna, dove hanno messo in scena una nuova marcia di trattori. Decine i mezzi presenti anche oggi, i quali hanno percorso a bassa velocità il tratto della SS626 compreso fra Pietraperzia e ponte Capodarso. Protesta alla quale si sono affiancati alcuni presidi in città. Coinvolti in particolare i comuni di Modica (RG) ed Agrigento. In quest’ultimo caso, alcune decine di manifestanti si sono dati appuntamento in piazza Aldo Moro. Alle 14 è poi atteso un nuovo corteo di trattori in quel di Augusta. Le proteste continueranno anche nei prossimi giorni, con cortei attesi anche nel Ragusano e sulle Madonie.
Nuove proteste attese in settimana e nel weekend
La protesta dovrebbe proseguire ad oltranza, in attesa di risposte dal mondo politico. Ma ad oggi, nè da Roma nè da Palazzo Orleans sembrano essere arrivate proposte convincenti. E, nei giorni scorsi, i manifestanti hanno puntato il dito proprio sulla politica, oltre che sulle organizzazioni sindacali di categoria. “Ci sentiamo traditi”, aveva dichiarato Franco Calderone, organizzatore del presidio convocato lunedì alla Prefettura di Palermo. Fra i motivi di dissenso dei manifestanti, vi sono “le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Siciliana che favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani”.
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