Ha preso il via oggi a palermo Futura la scuola di formazione politica di Italia Viva fortemente voluta dal renziano di ferro Davide Faraone che oggi pomeriggio, ha tenuta a battesimo la fase clou con Maria Elena Boschi. I due presidenti dei gruppi Iv di Camera e Senato hanno affrontato un po’ tutti gli argomenti di stringente attualità
“Mi auguro che il decreto sicurezza bis venga cambiato perché è uno degli impegni che c’è nell’accordo iniziale di programma su cui è nato anche questo governo, una richiesta che abbiamo avanzato. Con Davide Faraone siamo stati anche su alcune navi e conoscete bene la drammaticità delle situazioni” ha detto il capogruppo alla Camera di Italia Viva Maria Elena Boschi “Ci siamo sempre opposti ai decreti sicurezza in Parlamento – ha proseguito -, ovviamente non abbiamo cambiato idea adesso. Credo che dovremo quanto prima modificare almeno quelle parti su cui anche il presidente della Repubblica ha espresso delle criticità e perplessità. Penso che debba essere una delle priorità e mi auguro che quanto prima si rimetta mano all’agenda di governo, e magari – ha sottolineato Boschi – si discuta un po’ meno di quelli che sono i problemi interni al Movimento 5stelle perché pare che la priorità sia capire chi entra o esce dai 5 Stelle, mentre penso che le cose più urgenti per gli italiani siano altre”, ha concluso.
“Credo che se non riusciamo ad essere più incisivi come Italia in questo momento, nello scenario internazionale in generale ma in modo particolare sulla questione libica, rischiamo di perdere un’occasione importante – ha aggiunto – L’Italia ha sempre avuto un ruolo centrale nel dialogo con la Libia storicamente – ha aggiunto -, purtroppo, in questi ultimi giorni abbiamo perso delle occasioni importanti. Non siamo stati coinvolti dagli altri leader europei e forse abbiamo un po’ perso l’occasione di ritagliarci un nostro ruolo. Mi auguro che ci possa essere un cambio di marcia già da queste ore”
E sul taglio dei parlamentari “Non credo che avvicinerà il voto, se qualcuno ha firmato la proposta di referendum con quella intenzione secondo me non raggiungerà quella finalità. Non credo al voto anticipato e credo che arriveremo alla fine naturale di questa legislatura”.
“Ci sarà un referendum e l’ultima parola spetterà ai cittadini, dal mio punto di vista ovviamente non è drammatico che siano i cittadini ad esprimersi”, ha aggiunto Boschi. “Quando si è trattato del referendum costituzionale nel 2016 da sempre abbiamo detto che l’ultima parola debba spettare ai cittadini. Non mi pare uno scandalo. Noi non abbiamo firmato per la richiesta del referendum semplicemente perché avevamo votato nell’ultimo passaggio il taglio dei parlamentari in Parlamento”.
Sulla prescrizione, invece, “E’ insufficiente la proposta avanzata dal ministro Bonafede insieme con il presidente Conte. Da mesi come Italia Viva abbiamo chiesto che si bloccasse l’entrata in vigore della riforma Bonafede sulla prescrizione e purtroppo dal primo gennaio è entrata in vigore una riforma che abbiamo osteggiato in Parlamento perché eravamo convinti che fosse sbagliata e siamo convinti anche adesso che siamo in maggioranza con i 5 stelle”.
“La proposta di mediazione purtroppo ci pare che amplifichi i rischi- ha proseguito Boschi – di fatto con questa differenziazione tra chi viene assolto o condannato in primo grado si violano i principi costituzionali della presunzione di innocenza perché chiaramente questa presunzione d’innocenza si fermerebbe al primo grado. Oggi circa il 48% delle sentenze viene ribaltato in appello, immaginatevi chi viene condannato non essendoci più la prescrizione rischia di veder finire in un binario morto il proprio caso e di restare senza giustizia. Ma c’è anche una vittima di reato e anche in quel caso si rischia che questa rimanga senza alcuna tutela. Ecco perché pensiamo che non sia una proposta da condividere”.
“O ci sarà la capacità del governo di avanzare una proposta diversa che possa far trovare un punto di accordo nella maggioranza – ha sottolineato Boschi – o riteniamo che sia preferibile la proposta di Costa, che significa tornare alla disciplina della prescrizione che abbiamo votato nella scorsa legislatura e che aveva proposto il ministro Orlando. Ci sembra più ragionevole che non continuare a cercare soluzioni pasticciate. Un segnale positivo da parte del ministro Bonafede c’è stato nel dare un’apertura. Arriviamo a una soluzione migliore che funzioni”.
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