A Palermo, sulla foce del fiume Oreto, è in arrivo U-DATInos, un’opera d’arte “infoestetica”: fra dati, sensori e workshop, nasce dal desiderio di prendersi cura di un territorio, la costa sud-est di Palermo, interrogarsi sul futuro del fiume Oreto – da tempo in stato di abbandono, inquinamento e degrado, ora oggetto di iniziative per recuperarlo e restituirlo alla collettività – e indagare il nostro rapporto con l’ambiente, sperimentando nuovi modi di connetterci con esso attraverso i dati.

Il progetto dell’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva e firmato dal duo di artisti/ricercatori Iaconesi/Persico è il vincitore del bando Creative Living Lab II edizione, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il turismo. Si tratta di un’installazione meditativa per “ascoltare” l’acqua di Palermo, una piattaforma di espressione e attivazione per gli abitanti e le comunità della città, un luogo d’incontro per godere della bellezza dell’arte e del paesaggio.

Un’azione artistica partecipativa in cui i dati si incarnano nello spazio pubblico per farsi esperienza condivisa e accessibile, cultura diffusa e conoscenza agibile dai cittadini e non più solo dagli esperti. I dati, concepiti come questione esistenziale e spazio di espressione, diventano la porta di accesso per entrare in contatto con questioni complesse come lo stato delle acque di una città e riuscire a farne esperienza.

Il progetto si articola in quattro componenti principali. I workshop di quindici persone, tra cittadini e studenti dell’Accademia, diventeranno i “custodi dell’acqua” di Palermo. Muniti di sensori e della conoscenza per usarli, impareranno a rilevare dati sullo stato dell’acqua, a trasmetterli e a comunicarli. Data generation in cui i partecipanti saranno i protagonisti di una raccolta dati partecipativa sulle acque della città di Palermo e in particolare del fiume Oreto. Terzo compoenent è l’opera alimentata dai dati della raccolta, un’opera d’arte “generativa” si animerà di suoni e luci, dando voce alle acque della città, informandoci e tenendoci aggiornati sulle condizioni delle acque in base ai dati emersi dalla raccolta. Quarto l’incontro, l’apertura dell’opera al pubblico sarà l’occasione di confrontarsi con abitanti, ricercatori, studenti e istituzioni per discutere come dati, arte e computazione possono aiutarci ad affrontare i fenomeni complessi della nostra società, quali l’inquinamento, il cambiamento climatico o la pandemia – con lo sguardo rivolto ai futuri del fiume Oreto.