È allarme brucellosi bovina in Sicilia, dopo la scoperta di focolai in alcuni allevamenti dell’Isola. A lanciare l’allerta è la Cia agricoltori Italiani della Sicilia.

“Movimentare capi di bestiame”

“L’attenzione della CIA Sicilia nei confronti della zootecnia isolana è sempre stata alta e tempestiva, anche in tempi non emergenziali – dichiara Rosa Giovanna Castagna presidente di Cia agricoltori Italiani della Sicilia – la nuova normativa comunitaria ha di fatto bloccato le movimentazioni dei capi bovini da ristallo, ma già da diverse settimane lavoriamo alla soluzione di tale blocco a causa di alcuni focolai di brucellosi bovina. Per questo motivo condividiamo la proposta del Ministero della Salute di un protocollo che, nel rispetto normativo e nella tutela di tutti, possa consentire agli allevatori siciliani di movimentare i propri capi verso le altre regioni”.

Cosa è la brucellosi: i sintomi

È una malattia infettiva provocata dai batteri del genere Brucella. Colpisce principalmente gli animali, causando mastite bovina e aborto, sempre nei bovini. I sintomi possono essere cronici: febbre, debolezza, sudorazione e dolori diffusi. La brucellosi può colpire accidentalmente anche l’uomo, provocando alcune malattie febbrili. Ma secondo gli esperti non ci sarebbero al momento prove della trasmissione dell’infezione batterica da uomo a uomo.

La malattia si contrae soprattutto dal contatto ravvicinato con gli animali infetti o con i prodotti di origine animale.

I precedenti in Sicilia

Nei giorni scorsi il parlamentare regionale del Partito Democratico, Nello Dipasquale, aveva sottolineato il problema, soprattutto nel Ragusano: “Il recente stop alla movimentazione dei bovini da vita dagli allevamenti siciliani verso le regioni d’Italia ufficialmente indenni di Brucellosi, a causa della presenza nell’Isola di alcuni focolai di tale malattia, sta danneggiando soprattutto la provincia di Ragusa dove il settore della zootecnia rappresenta una fetta importante dell’economia locale”.

Fuga di batteri in Cina

Lo scorso anno invece, intorno al settembre 2020, in Cina c’era stata una fuga di batteri da un impianto biofarmaceutico, provocando un’infezione batterica. Oltre 3mila persone avrebbero contratto la malattia e altre 1.400 sarebbero risultate positive al batterio.

 

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