Il Corecom Sicilia punta i riflettori sui dati allarmanti, presentati da “Save the Children”, che vedono la Sicilia prima tra le regioni italiane per i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Fenomeno che riguarda e colpisce da vicino soprattutto bambini e adolescenti. Ad essere auspicato l’avvio di un percorso col provveditorato agli studi per un’azione di informazione con i ragazzi nelle scuole dell’Isola.

Serve legge adeguata

“È sicuramente necessaria una legge adeguata per contrastare il fenomeno – sottolinea Ugo Piazza, commissario del Corecom Sicilia con delega ai social media –. Ma ciò non prescinde dal fatto che bisogna fare un lavoro più elaborato per comprendere la matrice del fenomeno. Oggi le nuove generazioni crescono direttamente sul web, si formano in una sorta di inconscio virtuale che fa sì che perfino insultare o bullizzare un coetaneo sia più facile online piuttosto che fisicamente”.

Una regolamentazione della rete

La rete, ma soprattutto i social network, necessitano quindi di una regolamentazione. “Ma è fondamentale avviare un percorso educativo-comportamentale sociale – aggiunge Piazza – di tipo reale e non virtuale. E questa è una delle priorità che si è dato il Corecom. Inizieremo una serie di attività di informazione e comunicazione nelle scuole perché questa piaga va analizzata anche dal punto di vista sociologico. Per provare ad arginare quelli che sono gli aspetti più pericolosi a cui espone il web, spesso una giungla senza regole”.

Cresce la sensibilità

C’è anche da dire che sta crescendo la sensibilità verso questo fenomeno. La riprova è l’iniziativa di questi giorni messa in campo dal liceo “Galileo Galilei” di Palermo che ha intitolato il Cic, lo spazio di ascolto già attivo e finalizzato alla prevenzione, informazione, sostegno, consulenza e orientamento in itinere a favore degli studenti, docenti e dei genitori. Presente il papà di Carolina, Paolo Picchio, giovane vittima di cyberbullismo nel 2013.

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