Sarà il primo ponte da ‘semi liberi’ dopo le riaperture di negozi e locali e dopo le scene di movida selvaggia dei giorni scorsi. Anche per questo l’Italia si allerta in vista del ponte del 2 giugno. Non dappertutto e ancora in ordine sparso. Anzi, non mancano le eccezioni al contrario. Succede ad esempio in Veneto: da giugno e fino al 15 non sarà più obbligatorio tenere la mascherina per strada. L’ha deciso un’ordinanza del presidente Luca Zaia, che lascia l’obbligo nei luoghi chiusi o all’esterno se non si riesce a stare lontani più di un metro. Basta obbligo pure a Ferrara: il virus sembra meno contagioso e i locali si sono organizzati, spiega il sindaco Alan Fabbri per giustificare la novità che fu uno dei primi a introdurre mesi fa.
Di certo aumenteranno i controlli delle forze dell’ordine nelle zone più ‘calde’ delle città e nelle località di mare. Missione: scongiurare nuove folle di persone senza mascherine né distanze di sicurezza e quindi picchi di contagi. Tuttavia ieri il numero delle sanzioni ha toccato un record: sono state 299, il numero più basso dall’inizio dei limiti agli spostamenti introdotti a marzo con il lockdown.
In ogni caso, da nord a sud prevale la stretta dei sindaci, associata alla fantasia. Così ad esempio nella movimentatissima Milano Marittima che un’estate fa accolse Salvini e i suoi ‘fan’ al Papeete beach, ora dalle 21 scatta il numero chiuso. Dal venerdì alla domenica (e nei festivi e prefestivi) si entrerà nei locali con la mascherina, un po’ alla volta e in base alla capienza. A gestire il flusso saranno gli steward, che diranno ai giovani dove sedersi.
All’interno, comunque si potrà mangiare e bere solo seduti ai tavoli. Stesso limite per le consumazioni (vietate quindi all’esterno) nella vicina Riccione, che impone lo stop fino al 31 luglio. Contemporaneamente vietata la vendita di alcolici da asporto dopo le 19. Una misura diffusa in molte altre città, come a Bologna dove lo stop scatta dalle 22 oppure nella più piccola Domodossola, a partire dalle 19.30, che teme assembramenti come nell’ultimo weekend. Regole ferree pure a Pisa: nelle due piazze del centro più frequentate da giovani e studenti, piazza delle Vettovaglie e piazza S.Omobono, entrerà solo chi ha prenotato un tavolo nei locali all’interno. Nelle Marche l’attenzione anti assembramenti si lega all’uso della mascherina. In particolare, a Pesaro il sindaco ha firmato un’ordinanza ‘dedicata’: dalle 18 di stasera e fino al 2 giugno, mascherine obbligatorie nelle zone della movida. “Mi raccomando, ragazzi. In questo weekend lungo, l’obbligo della mascherina è un modo per responsabilizzare tutti – spiega Matteo Ricci – e per favorire i controlli. Arriverà il giorno in cui faremo festa assieme, ma ancora dobbiamo tenere duro”. Stesso obbligo in Piemonte se si sta in città e nelle aree commerciali. Tuttavia l’ordinanza regionale ‘esonera’ i clienti seduti ai tavoli dei locali sia dentro che nei dehors.
Ancora più restrittiva la fase 2 ad Arezzo: da ieri l’obbligo di coprirsi naso e bocca vale anche se si sta da soli all’aperto, a differenza di quanto previsto nel resto della Toscana (cioè l’obbligo non vale in solitaria). A Napoli invece il sindaco Luigi De Magistris punta a differenziare gli orari di apertura di bar e locali in base alle zone in città, per diluire i raggruppamenti di persone.
E a Palermo? Nessun provvedimento particolare. Ci si affida al buon senso. Dopo il primo episodio di assembramento nelle zone della movida sono scattati i controlli e non si è più assistito a vicende simili. I palermitani sembrano aver capito, almeno secondo le valutazioni dei nostri amministratori. Attenzione rivolta anche alla spiaggia dove si precisa che non c’è un divieto. Il tema resta quello dell’assembramento. Si può andare al mare a fare il bagno, si può fare attività sportiva o passeggiare in spiaggia. Non si può stendersi a prendere il sole o stazionare gli uni vicini agli altri. Insomma vale sempre il divieto di assembramento in attesa delle regole ‘balneari’ che entreranno in vigore dal 6 giugno
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