Secondo giorno di sciopero senza preavviso per i lavoratori di Almaviva che ieri hanno dato vita a blocchi stradali in via Marcellini e corso Calatafimi durante la mattina e in via Cordova al semaforo di via Libertà alla sera.

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Dopo aver bocciato con un referendum il contratto di solidarietà proposta dall’azienda per scongiurare 2988 licenziamenti la maggior parte dei quali a Palermo, i lavoratori non intendono arrendersi nonostante Almaviva Contact abbia detto a chiare lettere che con quel referendum si era chiusa la fase sindacale e dunque i licenziamenti sarebbero andati avanti.

la chiusura dei rapporti di lavoro scatterà alla fine del mese di maggio a causa dello stato di crisi dichiarato a seguito della perdita di commesse. Per Almaviva le due sedi di Palermo generano una perdita di 1 milioni di euro al mese.

Oggi i lavoratori delle sedi di via Cordova e di via Marcellini hanno bloccato l’attività, sono scesi in piazza ed hanno improvvisato un corteo diretto in Prefettura. Gli sciopero continueranno fino ad una nuova convocazione ministeriale fino ad ora non arrivata.

“Un impegno per riportare al tavolo nazionale le parti, soprattutto da parte del Mise che dopo il referendum non ha più preso posizione sulla vertenza, non vorremmo che il voto espresso dai lavoratori fosse colto dal  Ministero come una occasione per togliersi dall’impaccio”.  A meno di 25 giorni dal licenziamento dei 1670 lavoratori Almaviva a Palermo,  Francesco Assisi segretario Fistel Cisl e Eliana Puma Rsu Almaviva, chiedono l’impegno delle istituzioni nazionali affinché riprendano subito il filo delle trattative sulla vertenza. Oggi nel secondo giorno di sciopero consecutivo, ennesima protesta in strada dei lavoratori che dalla sede di via Cordova si stanno spostando in Prefettura passando per il centro città al coro “il lavoro non si tocca” e “siamo tutti Almaviva”.

“Cresce la tensione siamo davvero agli sgoccioli a questo punto oltre al Mise chiediamo un impegno del Ministero del Lavoro, è necessario inoltre far sentire la voce dei lavoratori a Roma con una manifestazione nazionale che coinvolga non solo le sedi a rischio, Roma Napoli Palermo ma tutti i dipendenti Almaviva,in gioco infatti c’è il futuro di tutti”.

“Palermo non può permettersi un altro caso Fiat  – commenta Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – , un abbandono cioè di una grossa realtà industriale, a questo punto bisogna superare questa fase di stasi della vertenza e mettere in campo interventi straordinari e urgenti, il governo dia segnali concreti che vadano oltre gli annunci, come la riforma dell’articolo 24 bis sulle delocalizzazione,  l’avvio di tutti quegli strumenti economici e normativi per rilanciare il settore strategico,  i lavoratori non possono essere ostaggio della mancanza di regole, il tempo stringe si passi ai fatti” .

Le proteste erano iniziate all’annuncia dei licenziamenti che sarebbero scattati alla fine di maggio ed aveva ottenuto, dopo due settimane di lotta, la convocazione di incontri al Ministero dello viluppo economico conclusi con la proposta dell’azienda giudicata peggiorativa dai sindacati e poi bocciata dai lavoratori. Con questo ‘no’ pronunciato dai lavoratori a grande maggiorana l’azienda ha considerato conclusa la fase di trattativa sindacale sui licenziamenti collettivi annunciati e dunque procederà in questo senso senza ulteriori incontri se non davanti al Ministero al quale i lavoratori si rivolgono attraverso la prefettura

 

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