Per quest’anno i contribuenti siciliani pagheranno il massimo di addizionali Irap e Irpef come nell’ultimo quinquennio ma dal 2018 il peso fiscale dovrebbe essere più leggero: la commissione Bilancio dell’Ars ha approvato una norma della finanziaria che taglia le addizionali, al momento fissate rispettivamente al 4,82% per le imrese (8,5% per le amministrazioni pubbliche) e all’1,73% per le persone fisiche ma solo dal prossimo anno e dunque il provvedimento dovrà essere validato dla prossimo governo.

“I contribuenti risparmieranno 160 milioni di euro”, dice il deputato di Fi Riccardo Savona. Gli attuali livelli impositivi furono stabiliti nel 2012, a valere sull’anno d’imposta 2011, con la giustificazione che le maggiori entrate frutto dell’incremento (l’addizionale Irpef era all’1,4%) sarebbero servite per sostenere il sistema sanitario siciliano, a quei tempi indebitato e in disavanzo d’amministrazione. Da due anni a questa parte i conti della sanità sono in equilibrio per via dell’azione di risanamento cominciata con l’assessore Massimo Russo col governo Lombardo e proseguita con la razionalizzazione portata avanti dall’ex assessore alla Salute Lucia Borsellino. Il sistema è ormai in avanzo. Nonostante ciò, la Regione ha continuato a mantenere inalterati i tetti d’imposta.

Nelle scorse settimane, il dirigente del dipartimento Finanze e ora ragioniere generale a interim Giovanni Bologna, aveva spiegato che la riduzione di Irap e addizionale Irpef sarebbe possibile nel quadro di una accordo con lo Stato.

Le due imposte infatti sono legate alla spesa sanitaria, compartecipata dallo Stato al 51% e dalla Regione al 49%. Lo Stato utilizza il gettito fiscale derivante da Irap e addizionale Irpef per finanziare una parte della sua compartecipazione, il resto lo trasferisce cash per un totale di circa 4 miliardi e mezzo di euro rispetto a una spesa complessiva, quella sanitaria, di circa 9 miliardi (la parte rimanente è a carico della Regione). Riducendo le due imposte lo Stato si ritroverebbe con un gettito inferiore e dunque dovrebbe aumentare la quota cash, ipotesi in questi anni non percorribile. Se alcune Regioni, come l’Emilia Romagna, hanno ridotto l’aliquota Irap e l’addizionale Irpef è perché si portano in bilancio l’intera spesa sanitaria e dunque la decisione di ridurre le imposte rientra in scelte di politica fiscale, leva che la Sicilia non può usare non avendo quest’autonomia.

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