Miss Parlamento: un gioco, o una chiacchiera da bar, che a inizio legislatura capita fare tra giornalisti, funzionari e anche qualche deputato, e tutto senza alcuna venatura di maschilismo. Sul Parlamento nazionale se ne scrive da tempo. Chi non ricorda la bellezza mediterranea di Anna Finocchiaro nel 1992, la statuaria Stefania Prestigiacomo nel 1994, Mara Carfagna nel 2006, tutte diventate ministro (o ministra?) o quando tutti i giornali parlarono di Gabriella Giambanco nel 2008, a cui, insieme a Nunzia Di Girolamo, un galante Berlusconi inviò un bigliettino tra i banchi di Montecitorio? E in tempi più recenti la forzista Anna Grazia Calabria o la renziana Maria Elena Boschi (anche lei ministro).
Precedenti illustri al Parlamento nazionale, a partire dal 1987
La prima inversione di tendenza nelle paludate aule parlamentari alla monotona presenza maschile dei deputati fu l’arrivo nel 1987 di Elena Anna Staller, conosciuta come “Ilona”, portata dai radicali. Vinse facile. Nel 1994, quando d’un tratto furono ben 122 le parlamentari donne, addirittura il mensile Class pubblicò un sondaggio fatto tra i parlamentari uomini. Questi i risultati: prima in classifica, l’allora ventottenne Stefania Prestigiacomo,
Poi la leghista Elisabetta Bertotti, 28 anni anche lei. Terza Giovanna Melandri, 32 anni, prima del centro sinistra. L’algida presidente della Camera, Irene Pivetti, 31 anni, al quarto posto, precedeva la missina 32enne Alessandra Mussolini. Il sesto posto ex aequo alla leghista Francesca Valenti e alla popolare Silvia Costa, apprezzata 45enne.
Da Simona Vicari a Giulia Adamo, a Sala d’Ercole la bellezza mediterranea
E a palazzo dei Normanni? Nel 1996 unica donna a Sala d’Ercole, ma vera miss Parlamento, fu Simona Vicari, all’epoca 29enne. Viso sbarazzino e un carattere tosto, già da anni consigliere comunale a Palermo, diede la polvere a tanti maschietti, che allora erano alla prima esperienza politica. Poi diverse donne deputato nel 2001, dove spiccava la new entry 26enne Giusy Savarino, con l’UDC, o nel 2006 l’eleganza di Giulia Adamo.
E ancora le brune Valeria Sudano e Valentina Zafarana nel 2012. Ma non solo donne: chi dimentica quando, nella legislatura 1996 – 2001, i cuori di giornaliste, impiegate dei gruppi e funzionarie dell’Ars erano divisi in modo equanime tra l’allora presidente dell’Antimafia regionale Fabio Granata e il presidente della Regione Giuseppe Drago?
I vogli rosa all’Ars, così nella scorsa legislatura
La scorsa legislatura il virtuale scettro era suddiviso tra Rossana Cannata, oggi sindaco di Avola, e la 5 stelle Elena Pagana. A quest’ultima i corridoi di palazzo dei Normanni sono anche stati galeotti: lì infatti ha conosciuto il futuro marito, l’allora assessore Ruggero Razza. Se l’infatuazione per Grillo si è trasformata in amore per la Meloni grazie a lui, non è dato sapere. Ma non è stata l’unica. La Savarino lì ha incontrato l’ex deputato forzista Giuseppe Catania e, quando erano entrambi nel gruppo “Articolo 4”, la Sudano e Luca Sammartino, poi insieme nella vita, nel PD, in Italia Viva e ora nella Lega.
Le donne di oggi, dal M5s Ardizzone e Ciminnisi
E oggi? La seduta inaugurale di giovedì scorso ha rivelato già le prime candidate, su tutte due 5 Stelle, Cristina Ciminnisi, nissena eletta a Trapani, e la paternese Martina Ardizzone, che durante il giuramento a sala d’Ercole ha già fatto sobbalzare il neo deputato ed ex iena La Vardera.
Più seriamente, una cosa è certa: negli anni il tipico narcisismo maschile dei parlamentari è stato surclassato dal pragmatismo femminile delle colleghe. E se a 35 anni dall’elezione a Montecitorio della Staller, abbiamo un presidente del consiglio come la Meloni, il cui tratto distintivo è la competenza, e non l’oggettiva bellezza, questo paese in politica ha fatto, in questo campo, grandi passi avanti.
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