“Nelle scorse settimane abbiamo, in più occasioni esposto, nelle sedi istituzionali competenti, le nostre preoccupazioni circa il paventato taglio delle risorse destinate ai comuni”. Così Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia, esprime la preoccupazione dell’associazione dei sindaci per i tagli agli enti locali previsti nella legge di Stabilità in discussione all’Ars.
“Questo è avvenuto in I Commissione Affari Istituzionali, in II Commissione Bilancio e, da ultimo, nell’incontro con il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, – continua Orlando -che ha condiviso pienamente i nostri timori. In tutti questi casi abbiamo consegnato un documento che contiene criticità mai smentite. Stiamo continuando a seguire, con grande preoccupazione, l’iter di approvazione in Aula della Legge di Stabilità regionale senza cogliere segnali incoraggianti”.
Luca Cannata, vice presidente vicario dell’AnciSicilia con delega al Bilancio e alle Politiche Finanziarie, non fa giri di parole: “I comuni siciliani vanno verso il fallimento. E non si tratta del solito allarme legato alla carenza di risorse finanziarie e poi rientrato a seguito di rimpinguamento dei capitoli. Stiamo assistendo, di fatto, alla distruzione completa del sistema degli enti locali con dati e numeri alla mano”.
“L’azzeramento delle risorse del fondo relativo alle spese in conto capitale -aggiunge Cannata- e il taglio del fondo delle Autonomie Locali, producono un ulteriore 25% in meno nei trasferimenti ai comuni. Questo, sommato all’aumento del fondo per i crediti di dubbia esigibilità (per il 2016 si attesta al 55% contro il 36% dell’anno scorso), al pareggio di bilancio rafforzato derivante dall’attuazione dell’armonizzazione contabile, alla Legge 243/2012 con in più l’invarianza della pressione fiscale come stabilito dalla Legge di Stabilità nazionale 2016, non può che provocare il default dei comuni che entro il 30 aprile dovranno chiudere i bilanci”.
“Inoltre – spiega Cannata – ammesso che ci sia qualche comune che riesca a pareggiare il bilancio, per farlo dovrà tagliare i servizi alla cittadinanza. Ciò rafforza le tesi del Presidente della Corte dei Conti che, nei giorni scorsi, ha evidenziato come il taglio delle risorse sui territori abbia provocato la soppressione di servizi e ridotto la qualità delle prestazioni offerte ai cittadini”.
“La Corte Costituzionale – sottolinea il vice presidente vicario dell’AnciSicilia – con la sentenza n.10/2016, solo per fare un esempio, ha dichiarato illegittima la riduzione oltre il 65% dei trasferimenti che erano stati operati negli anni dalla Regione Piemonte nei confronti di enti locali e province, in quanto non venivano rispettati gli articoli 117 e 119 sull’autonomia finanziaria degli enti locali e l’articolo 97 sul buon andamento della Pubblica Amministrazione e sulla garanzia dei servizi. Pertanto, è chiaro che quanto si sta operando in questo momento a livello regionale, risulta illegittimo, poiché rende impossibile lo svolgimento delle funzioni degli enti locali riducendo e impoverendo il ruolo dei comuni e violando l’uguaglianza sostanziale di fronte alla legge fissato impoverendo il ruolo dei comuni e violando l’eguaglianza sostanziale di fronte alla legge fissato dall’art.3. Chiediamo, quindi, che governo regionale e Ars prendano coscienza di tutto questo e trovino soluzioni a sostegno delle comunità territoriali”.
Infine l’Anci Sicilia lancia un appello alle masime istituzioni politiche siciiane:“Ci aspettiamo – conclude il presidente Orlando – che il governo e il Parlamento regionale intervengano, anche attraverso il necessario dialogo con il governo nazionale, affinché si comprenda chiaramente l’insostenibilità del nuovo quadro finanziario e si introducano indispensabili correttivi. In caso contrario non si potranno che mettere in atto tutte le iniziative di protesta e di contestazione necessarie”.
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